LECCE – Giornalisti, artisti, docenti, attivisti, politici, sono diventati il primo bersaglio della repressione del regime talebano in Afghanistan, soprattutto se donne. Molti dei rifugiati, fuggiti in prima battuta attraverso i corridoi umanitari, e molti di quelli che arriveranno, hanno profili altamente qualificati che difficilmente trovano spazi adeguati nel sistema di accoglienza italiano.
Si rivolge a loro il progetto di accoglienza nazionale “Afghanistan 2030 – Next Leaders”, che ha come capofila Solidarietà Italiae e che vede la Fondazione Emmanuel e l’Assessorato al Welfare, Accoglienza, Accessibilità, Politiche Abitative del Comune di Lecce in prima fila, in un’azione dal carattere fortemente innovativo.
È stato presentato nel pomeriggio di ieri giovedì 7 ottobre, presso l’Open Space del Comune di Lecce in piazza Sant’Oronzo, insieme a Silvia Miglietta, Assessora al Welfare del Comune di Lecce, Fabiana Cicirillo, Assessora alla Cultura del comune di Lecce, Stefania Gualtieri, Vice Presidente Fondazione Emmanuel, Alessandro Valenti, Scirocco Films, Vincenzo Fischetti, Presidente Humafirst Italia e altri ospiti.
Obiettivo del progetto “Afghanistan 2030 – Next Leaders” è favorire un futuro per questi talenti, esponenti del pensiero critico e culturale della società afghana. Per questo motivo Fondazione Emmanuel intende coinvolgere già da subito realtà locali che possano essere parte attiva nel progetto attraverso un’adesione pratica ed operativa, dimostrando la capacità di accoglienza del territorio:
– associazioni e istituzioni possono sostenere il progetto con borse di studio destinate a studentesse o studenti in fuga dall’Afghanistan.
– aziende, imprese, enti formatori possono contribuire offrendo corsi di formazione, tirocini, stage, borse lavoro.
– privati cittadini possono dare il loro contributo facendo donazioni, organizzando raccolte fondi, eventi di sensibilizzazione o diventando famiglia accogliente.
– le amministrazioni comunali possono mettere a disposizione le loro reti, strutture per eventi o per laboratori di socializzazione, l’ufficio stampa.
Si vuole puntare in pratica a un’accoglienza capace di riconoscere e valorizzare il patrimonio culturale e politico dei rifugiati, creando le condizioni ed offrire gli strumenti per l’ autodeterminazione dei popoli eoffrendo condizioni, strumenti e percorsi di formazione e di inserimento lavorativo, attraverso il coinvolgimento di famiglie, sponsor, associazioni, istituzioni (musei, università, organizzazioni, movimenti).
Video a cura di Annamaria Niccoli
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