OTRANTO – Al via nella serata di ieri, la tredicesima edizione del Festival Giornalisti del Mediterraneo, che fino a sabato 4 settembre riunirà a Otranto giornalisti italiani e stranieri, esperti, istituzioni che si avvicenderanno sul palco di Largo Porta Alfonsina confrontandosi sui temi d’attualità.
La prima giornata è stata un vero e proprio focus su ambiente e Blue economy. Hanno partecipato all’incontro “Mediterraneo: Blue economy, sostenibilità, tutela del territorio”, Anna Grazia Maraschio, assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Pierpaolo Cariddi, sindaco di Otranto; Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia; Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento; Francesco Cupertino, rettore del Politecnico di Bari; Vito Bruno, direttore generale dell’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente. Modera Marcello Favale, giornalista.
“La Blu Economy – ha commentato l’assessore regionale Maraschio – è l’orizzonte che deve guidare ogni scelta e decisione di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica. E dovrebbe raccogliere anche il consenso entusiasta dei privati poiché è un modello di sviluppo capace di offrire grandi opportunità: basta saper cogliere le sfide che tale modello pone, nel breve e nel lungo periodo. Del resto, rivedere i processi produttivi puntando all’azzeramento delle emissioni inquinanti è la Sfida, con la S non a caso maiuscola, che dobbiamo affrontare per garantire la sopravvivenza del pianeta e dei suoi abitanti. Sostenibilità, rinnovabilità, riutilizzo sono gli assi sui quali poggia la Blue Economy e le direttrici che dovremo seguire per fare la nostra parte nella tutela e nel ripristino della salute degli Oceani, al quale tutti i Governi dovrebbero prestare la loro cura e la loro incessante attenzione”.
“Occorre promuovere una gestione integrata della costa, dando piena attuazione alla strategia marina e favorendo la crescita della blu economy, partendo da iniziative a favore della pesca sostenibile, del turismo e dei trasporti, dell’utilizzo del mare e delle coste. La Puglia è una regione che presenta una forte vocazione marinara e turistica, che comprende un insieme molto vasto di attività antropiche legate al mare e al territorio costiero”, ha spiegato Ruggero Ronzulli. “Da qui nasce l’esigenza di operare a favore della salvaguardia e del rispetto del territorio, valorizzando i parchi terrestri, le aree marine protette e la risorsa mare ricche di biodiversità. A tal proposito Legambiente Puglia sostiene da sempre la realizzazione dell’area marina protetta nel Canale di Otranto e recentemente, in collaborazione con MedReAct, l’istituzione della FRA di Otranto tra Italia e Albania per la tutela delle riserve ittiche nel nostro mare. Da non dimenticare che, in quest’area, si aggiunge continuamente il rischio delle ricerche petrolifere e delle trivellazioni”.
“La sostenibilità come modello di sviluppo dei prossimi anni”, ha sottolineato il rettore Francesco Cupertino, “dovrà concretizzarsi in particolare in una politica di tutela e valorizzazione del territorio, e nella promozione di una vera economia del mare. I popoli del Mediterraneo, oggi più che mai, hanno l’occasione di avviare importanti sinergie per raggiungere questi grandi obiettivi dai quali dipenderà il futuro delle nuove generazioni. Le università, e soprattutto i politecnici, favoriscono l’innovazione tecnologica che dovrà sostenere questi cambiamenti, mettendo a disposizione i risultati della ricerca scientifica, sempre aperti alla collaborazione tra istituzioni e con il mondo dell’impresa privata”.
A focus sulla Blue economy, è seguito l’incontro “Mediterraneo ed Europa, il mare e la plastica: cos’è la strategia marina”, nel quale si sono confrontati i ricercatori dell’ Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale Marina Pulcini, Alfonso Scarpato, Saša Raicevich, Francesco Oteri e Vincenzo Campanaro, direttore scientifico di Arpa Puglia.
“Assistiamo a un fermento sociale contro l’inquinamento globale, l’innalzamento delle temperature, i cambiamenti climatici”, ha spiegato Alessandro Bratti, direttore dell’Ispra, “ma se pensiamo a come abbiamo ridotto i nostri mari e gli oceani, dove l’80% dei rifiuti presenti è plastica, vuol dire che non stiamo affrontando bene il problema. Basti pensare che nel Mediterraneo le perdite economiche dovute all’inquinamento da plastica ammontano ad oltre 600 milioni di euro l’anno. Per prevenire il degrado dell’ecosistema marino ogni Paese membro è chiamato a sviluppare la propria strategia, adottando le misure necessarie. In Italia la direttiva quadro sulla strategia marina – 2008/56/CE è il pilastro ambientale della politica marittima dell’Unione Europea, lo strumento principale per conoscere, proteggere e salvaguardare l’ambiente marino. L’attuazione della direttiva, coordinata dal Ministero della transizione ecologica, è supportata dal Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (SNPA), costituito da ISPRA e dalle ARPA con il coinvolgimento delle amministrazioni centrali, delle Regioni, degli enti locali, delle università e degli altri enti di ricerca”.
Video a cura di Annamaria Niccoli
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