LECCE – La crisi afghana avrà ripercussioni anche sulle dinamiche economiche. L’instabilità causata dai continui conflitti, infatti, preoccupa l’Asia centrale e rallenterà gli scambi commerciali. Gli altri Continenti, gli Stati e le singole regioni potranno subirne le conseguenze in maniera proporzionale all’andamento della bilancia commerciale(che è il rapporto tra le esportazioni e le importazioni).
È quanto emerge da un report realizzato dall’Osservatorio Economico Aforisma. “Esportiamo verso l’Afghanistan molto di più di quanto importiamo – spiega Davide Stasi – Nel primo trimestre di quest’anno, infatti, abbiamo esportato beni e prodotti made in Puglia verso l’Afghanistan per un valore complessivo di 740.648 euro rispetto agli appena 36.361 euro riferiti ai prodotti importati. La bilancia commerciale è dunque in attivo. Questo si verifica quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni, con conseguente ingresso netto di capitale monetario”.
“I prodotti manifatturieri e in minor misura agroalimentari rappresentano la quasi totalità dell’export– sottolinea Stasi – Nell’interoanno2020, le esportazioni dalla Puglia all’Afghanistan hanno raggiunto il valore di 1.741.251 euro, mentre nel 2019 il valore era di 422.447 euro. Il saldo della bilancia commerciale tra due Paesi è importante anche perché determina il tasso di cambio delle rispettive monete.
Guardando all’andamento di medio e lungo termine, le esportazioni verso l’Afghanistan risultano in crescita, mentre relativamente basse sono rimaste le importazioni dei prodotti, perché l’economia afghana è una tra le più povere del pianeta e risente dei continui conflitti che si sono susseguiti negli ultimi anni, sconvolgendo il sistema sociale e decimandola popolazione”.
“Ma soprattutto – evidenzia Stasi – i conflitti hanno distrutto le infrastrutture. Le strade, infatti, hanno sempre avuto un ruolo strategico e il frequente transito dei veicoli militari le ha lasciate in pessime condizioni: diversi ponti bombardati non sono stati ricostruiti e molti tragitti vengono chiusi al traffico, con gravi conseguenze per il trasporto di beni di prima necessità, attrezzature di emergenza e materiali per la ricostruzione destinati all’intero Paese. Il commercio, inoltre, risente della forte concorrenza sleale del contrabbando. Il Paese afghano, tuttavia, è ricco di ferro e rame, con importanti attività estrattive e riserve di niobio e litio”.
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