LECCE – Temperature proibitive, mezzi inefficienti ed insufficienti, condizioni di lavoro inumane che hanno mietuto le prime vittime tra i vigili del fuoco.
Sono infatti due i vigili del fuoco ricoverati e tenuti in osservazione negli ospedali di Gallipoli e Scorrano. Il Segretario regionale Alessandro De Giorgi lancia l’allarme: “Questo il bollettino di una giornata di “normale” attività antincendio: esposti alle alte temperature al fumo, allo stress, alla disidratazione e ad un sovraccarico di lavoro insostenibile, con mezzi antincendio, che finiscono fuori servizio ogni giorno. Oggi altri due mezzi sono finiti ai box, anche quelli arrivati dai comandi limitrofi per venire incontro alle carenze, sono finiti in officina. Fiamme a Parco Rauccio, in località pinetate del territorio di Maglie, oltre a centinaia di richieste di intervento anche oggi, così come avviene “normalmente” oramai da più di un mese!”
E continua: “Lavorare in queste condizioni è inumano. Lecce ha il triste primato di comando con maggior numero di interventi in questo periodo. Un carico di lavoro dovuto alla mancata prevenzione, allo scarso controllo, ed alla mentalità “criminale” tutta nostrana di “ripulire” i terreni, incendiandoli, anziché trinciarli ed ararli!
La rabbia è tanta, quanto la stanchezza fisica e psicologica. Le notti poi sono come i turni di giorno. Non c’è mai un attimo di tregua.”
Chi deve intervenire che sta aspettando? Che ci scappi il morto?”
Il Segretario rinnova poi le richieste d’aiuto: “Torniamo però a chiedere con forza al Prefetto ed ai Sindaci dei comuni salentini, di fare qualcosa in più di quanto fatto finora, sia in materia di prevenzione, sia di controllo.
A sua Eccellenza chiediamo nuovamente di accogliere il nostro grido d’aiuto e chiedere alla Regione, risorse aggiuntive per far sì che la seconda squadra Aib in convenzione, possa operare per più giorni e non solo per trenta.”
E conclude “Dai prossimi anni infatti, sarebbe da rivedere la data di inizio della convenzione boschiva. Troppo tardi partire il 15 giugno. Lo diciamo da anni! Per comprenderne il perché, basterebbe che chi di dovere desse uno sguardo alle statistiche –temporali- sugli incendi!”
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