LECCE – Le organizzazioni sindacali più rappresentative della Polizia Penitenziaria hanno deciso di non partecipare alla festa del Corpo di Polizia Penitenziaria. Ritengono che ci sia poco da festeggiare per colpa di un’amministrazione poco attenta alle problematiche della polizia penitenziaria. Dopo più di un anno di pandemia, durante il quale la polizia penitenziaria dell’Istituto di Lecce ha fronteggiato l’emergenza Covid garantendo ordine e sicurezza pubblica, gli agenti chiedono a gran voce che vengano rispettati i loro sacrosanti diritti. A partire dal rispetto dell’orario di sei ore per turno e delle ferie estive come previste dalla normativa in materia.
Vale la pena rammentare che nei bimestri marzo-aprile e maggio-giugno sono stati periodi di alta tensione: i poliziotti hanno effettuato turni continui di 12 ore per garantire appunto le maggiori condizioni di sicurezza possibili, nonostante le continue assenze derivanti dalle quarantene o dalle convalescenze da Covid. I poliziotti hanno fatto enormi sacrifici a livello psicofisico: oggi sono esausti e dicono basta.
Occorre ricordare che la situazione a Borgo San Nicola è storicamente critica dal punto di vita dell’organico. Nel 2014 la pianta organica prevedeva 719 unità, diminuite poi nel 2017 a 581. Oggi nella Casa circondariale operano 630 lavoratori a fronte di una popolazione detenuta di circa 1.000 detenuti (anche se dovrebbero essere al massimo 680). Come se non bastasse, dal 2017 in poi, è stato aperto un nuovo padiglione di 200 posti letto, è stato avviato un reparto psichiatrico, è stato attivato il servizio delle multi videoconferenze, è stata realizzata la sala del coordinamento operativo, è stato implementato il sistema dei colloqui via Skype. Si sono create le condizioni per altri 60 nuovi posti di servizio di cui nella pianta organica non c’è traccia.
Le sigle sindacali Fns-Cisl, Fp-Cgil, Sappe, Sinalpe, Uilpa e Uspp, chiedono l’invio di almeno 50 unità di polizia penitenziaria da reperire anche con distacchi a tempo determinato in attesa dei nuovi arruolamenti, in modo da compensare le assenze croniche di questo Istituto e consentire il giusto e meritato recupero psicofisico al personale.
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