PITTSBURGH (USA) – Da qualche mese Giorgia Pagano, la bimba affetta da Sindrome di Berdon diventata mascotte del Salento, vive in condizioni di relativa stabilità. Ha ripreso a frequentare la scuola, per poche ore al giorno per non affaticare il suo organismo fragile, partecipa entusiasta alle attività extrascolastiche. Qualche giorno fa ha anche adottato una gattina che ha chiamato Lilly, che ormai fa coppia fissa con il cagnolino Brutus. Riesce, nonostante tutto, a ritagliarsi momenti di “normalità” che l’aiutano a rendere la quotidianità più verosimile rispetto a quella dei suoi coetanei.
Dopo il trapianto multiorgano al quale è stata sottoposta nel novembre 2019 al Children’s Hospital di Pittsburgh, la bimba ha affrontato diverse e piuttosto gravi complicazioni che più di una volta hanno fatto temere il peggio. Alle crisi di rigetto, fortunatamente arginate per tempo, si sono aggiunte una pericardite grave e una forma di micosi talmente estesa e aggressiva da rendere necessario un intervento d’urgenza per l’asportazione di un ascesso rilevato a livello cerebrale, fino alla scoperta di una “macchia” – presumibilmente riconducibile anch’essa all’infezione da fungom – posizionata dietro al cuore e che continua destare preoccupazione.
I medici mantengono un cauto ottimismo e continuano a sperimentare nuove soluzioni per migliorare le sue condizioni di salute. Per questo motivo è in programma un intervento chirurgico a luglio, durante il quale verrà chiusa una delle due stomie, i sacchetti che raccolgono i liquidi biologici, ancora collegate agli organi interni della bambina. L’obiettivo è quello di permettere all’apparato digestivo di fare passi avanti verso la totale e completa funzionalità, nonostante il parere discordante di mamma Elisa che teme possano verificarsi nuovi e pericolosi peggioramenti. In più lo staff medico dell’ospedale statunitense prevede di sottoporla a breve ad una manometria, un esame specifico e altamente invasivo che consentirà di verificare in modo approfondito il livello di motilità del tratto intestinale.
Giorgia è l’unica paziente al mondo con Sindrome di Berdon ad aver raggiunto l’età della pre-adolescenza. Quasi tutti i bambini affetti dalla stessa patologia non superano l’anno di vita. Ogni terapia disposta dai medici è sperimentale, perché in letteratura non esistono altri casi simili e di conseguenza ogni nuova indagine clinica, farmaco, trattamento può risultare potenzialmente dannoso e mettere a rischio la sua incolumità.
Nonostante alcuni momenti di grande sconforto (le giornate in cui soffre più di altre per gli effetti collaterali delle terapie di routine), la bimba continua a stupire tutti continuando a lottare per una vita migliore, per se stessa e per la sua famiglia che non smette un attimo di starle accanto.
La piccola, grande guerriera salentina non si arrende e continua il suo percorso con grande coraggio e determinazione, compiendo ogni giorno enormi passi avanti verso un futuro che tutti le auguriamo di cuore, possa essere pieno di salute e serenità.
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