LECCE – Ambulanze senza infermieri e medici del 118 in convenzione pronti a dimettersi in massa. Il personale è allo stremo, sovraccarico di lavoro e col burnout in agguato. Ed a patire questa condizione, insieme a lavoratrici e lavoratori, sono i pazienti. La Funzione Pubblica Cgil Lecce ha scritto alla direzione generale della Asl sollevando il problema e chiedendo un incontro urgente. “Per la Fp il rischio di errore, di Infortunio sul lavoro e di burnout diviene ancora più alto di fronte a tale criticità. Non a caso sono già numerose le richieste di trasferimento di reparto ed esenzioni dal servizio sul mezzo mobile”, spiega Floriano Polimeno, segretario provinciale della Fp Cgil Lecce. “Chiediamo al Direttore Generale un intervento risolutivo”.
Nelle postazioni “India” del 118 a Lecce. Nella città capoluogo nell’ultimo anno quella che doveva essere un’eccezione è diventata sempre più spesso una prassi, in particolare nelle autoambulanze Stadio, Sant’Oronzo e Vecchio Fazzi. Una situazione che a catena crea disequilibrio, specie di fronte a situazioni emergenziali. Di fronte ad un evento straordinario, occorre con sempre maggiore frequenza ricorrere alle ambulanze dell’ospedale Vito Fazzi, nuovo, distraendo il personale in servizio e sovraccaricandolo di attività che secondo il piano di organizzazione territoriale del servizio 118 – in base a densità di popolazione, distanze chilometriche, qualità di risposta – avrebbe dovuto essere appannaggio delle postazioni su citate. “Chiedere sacrifici sempre e solo allo stesso personale è paradossale”, dice Polimeno. “Lavoratrici e lavoratori sono stremati dal carico di lavoro e dalla responsabilità. Senza dimenticare il rischio clinico dei pazienti che si ritrovano in prima battuta ad essere soccorsi da postazioni sprovviste di personale Infermieristico”. Capita infatti di ritrovarsi, da paziente, a ritrovarsi di fronte solo il soccorritore: le competenze di tale personale non prevedono l’esecuzione dell’elettrocardiogramma, dello stick glicemico, l ‘infusione di terapia farmacologica. Ciò che invece un infermiere a bordo potrebbe somministrare come atto medico delegato, su disposizione del medico di centrale operativa. Procedure che sono indispensabili al corretto soccorso, sia per l’emergenza sia per i casi tempo-dipendenti (infarto del miocardio, arresto cardio-respiratorio e ictus).
Oggi la fotografia delle ambulanze è sconfortante: c’è di sicuro un autista soccorritore internalizzato – o che presto sarà tale – in Sanitaservice, a volte c’è un infermiere dipendente del Sistema sanitario regionale, forse anche un medico la cui convenzione scade entro pochi giorni. Una situazione insostenibile. Decine di medici – su un centinaio a livello regionale – continuano a sperare nel rinnovo della convenzione da parte della Asl nella perenne attesa di una stabilizzazione promessa e mai arrivata e che adesso li porta a minacciare le dimissioni di massa. “Già nel 2018 la Puglia ha predisposto un progetto per il passaggio del personale del 118 alla dipendenza dell’Agenzia Regionale per l’Emergenza Urgenza. Definiti i presupposti giuridici delle assunzioni e avviato il confronto con i sindacati, il percorso si è arenato. Al momento parte del personale attende l’internalizzazione in Sanitaservice, ma i medici ancora aspettano. Vogliamo sperare che ciò non avvenga per l’ostruzionismo di qualche sigla sindacale rappresentativa della Medicina Convenzionata. Sarebbe ingiusto ed assurdo. Piuttosto si riprendano i lavori di un progetto organico sul sistema di emergenza e urgenza, che tenga conto di tutti i professionisti coinvolti. Garantiamo loro la continuità del loro indispensabile lavoro, trasformando la convenzione da tempo determinato a tempo indeterminato”, conclude Polimeno facendo eco alla richiesta inviata dalla Segreteria regionale della Fp al presidente Michele Emiliano.
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