Un libro che lancia una vera e propria chiamata collettiva alla responsabilità sociale verso un tema di fondamentale importanza: l’inclusione di chi ha bisogni educativi speciali, dalla nascita all’età adulta.
Non ci sono accuse nel racconto in prima persona di Annatonia Margiotta, pedagogista, mediatore familiare, madre di un ragazzo disabile e scrittrice, semmai un diretto appello affinché i temi e le problematiche connesse alla disabilità tornino al centro della discussione sociale e delle azioni condivise. Anche per questo, una parte importante del libro è dedicata al valore inclusivo e formativo della scuola.
Il primo punto per urgenza è l’umanizzazione della cura, che riguarda tutti gli individui e comprende anche la disabilità.
Annatonia Margiotta fa il punto su aspetti come stigma, pregiudizio e burocrazia, individua tutti gli ostacoli alla piena inclusione, che aggravano una condizione di svantaggio preesistente.
Il libro, edito da Edizioni Dal Sud, si fonda sulla pedagogia speciale e sociale, i cui compiti sono stimolare, favorire la formazione globale della personalità, nella prospettiva di una migliore qualità della vita.
Il libro affronta un argomento delicato con un linguaggio chiaro, in cui non mancano i riferimenti teorici, le metodologie e numerosi dettagli che sono preziose indicazioni per le professioni sociali e sanitarie.
Uno strumento che per i suoi contenuti assume una valenza formativa da inserire nella “cassetta degli attrezzi” degli operatori della scuola, degli operatori della relazione educativa e di cura e dei politicy maker, per conoscere le potenzialità della disabilità e per programmare interventi e servizi di assistenza continuativa che non emarginino chi è già in difficoltà.
L’autrice, nel duplice ruolo di pedagogista e madre, mette da parte il politically correct e parla della sua esperienza famigliare, del lungo e faticoso percorso di elaborazione emotiva, delle carenze dei servizi socio-sanitari che affiancano la famiglia a partire dal momento in cui si scopre la disabilità e di un sistema di welfare ancora distante dai reali bisogni e ne promuove il cambiamento proponendo un modello che si fonda su approccio sistemico e integrato come il “community care”.
Da una parte c’è la donna e madre che parla della sua esperienza dopo la nascita del figlio affetto da una grave disabilità. E nella narrazione emergono le difficoltà di una famiglia come tante altre che vivono l’esperienza della disabilità e/o della malattia. Dalla parte opposta c’è la pedagogista, che attraverso l’osservazione e l’analisi dei vissuti, la capacità di rielaborazione emotiva, valuta il tipo di intervento per la presa in carico dei componenti e, soprattutto, di quel bambino con bisogni educativi speciali, affinché abbia accesso a tutte le opportunità formative e di inclusione socio-lavorativa che possano garantire il suo normale sviluppo psicofisico.
Ed è con questa dualità che le diverse pagine del libro introducono e accompagnano il lettore alla scoperta del valore catartico della scrittura e, più precisamente, della scrittura intesa come “medicina narrativa”, ovvero un tipo di intervento che si basa sul racconto dell’esperienza della malattia o di un trauma dal forte impatto emotivo, il cui scopo è ottenere un giovamento terapeutico.
Annatonia Margiotta è pedagogista, mediatore familiare e pratictioner in PNL Bioetica. Ha conseguito il Master di II livello in “Pedagogia della Salute. Approccio sistemico”, presso l’Università del Salento. Ha fondato diverse associazioni di volontariato per la tutela dei diritti delle persone disabili. Funzionaria della Regione Puglia – nel ruolo di Responsabile di “Interventi per la diffusione della legalità” – ha curato la redazione della Legge Regionale n. 14 del 28 marzo 2019 “Testo Unico in materia di legalità, regolarità amministrativa e sicurezza”. Un testo legislativo attraverso cui promuovere la legalità del NOI, diffondere la cultura dei valori civili ed educare strategicamente all’Antimafia Sociale. Tra le sue pubblicazioni: Frammenti di vita pendolare, I Libri di Icaro, Lecce, 2016 e Il caso di studio: il progetto “Senza Scarti”, Guida, Napoli, 2013, che ha riguardato interventi di inserimento sociolavorativo di adulti e minori presi in carico dal Servizio Sociale (UEPE – USSM) per misure alternative alla detenzione e progetti di recupero esistenziale.
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