“Non ci aspettavamo una ordinanza così innovativa, futuristica e proiettata avanti come quella emessa ieri dalla Regione Puglia. Dopo due anni di Didattica A Disimparare, dopo le offese che gli haters ci hanno dedicato sulla nostra pagina FB, dopo i ricorsi e controricorsi fatti nella errata convinzione di difendere gli studenti salentini, abbiamo avuto, infine, la risposta che attendavamo.
Mandare o non mandare i propri figli a scuola; questo è il dilemma, se sia più nobile nel nostro agire attender ordinanze di oltraggiosa fortuna o prender armi con un mare di affanni e, opponendosi loro, porvi la fine? Impugnare, sognare…
Senza scomodare sommi poeti d’altri tempi e d’altre nazioni, siamo invero sbalorditi e non possiamo che rallegraci della possibilità data ai nostri ragazzi delle superiori e medie di ritornar tra i banchi di scuola. Perché a ben leggere l’ultima Ordinanza di emiliano questo succederà al rientro dalle vacanze pasquali.
Ma, parimenti, non possiamo non chiederci perché in Puglia non si possano semplicemente applicare le norme statali soprattutto alla luce della intervenuta massiva campagna di vaccinazione che ha interessato il mondo della scuola. E pur tuttavia, senza incautamente scomodare la letteratura internazionale, non possiamo che analizzare criticamente quanto scritto dalla Regione e chiedere la massima chiarezza sulla questione che è ben seria.
Infatti, non si comprende come mai la Regione Puglia da un lato annunzi una Ordinanza più restrittiva rispetto alla normativa nazionale (perseverando nel riconoscimento di una scelta ai genitori) e poi pubblichi una Ordinanza che, invero, consente (o consentirebbe) ai ragazzi delle scuole superiori e delle ultime classi delle medie di andare regolarmente a scuola.
La questione è tecnica e deve quindi essere adeguatamente spiegata: per le zone rosse, come attualmente la Puglia, l’articolo 2 del decreto legge numero 44 del 2021, espressamente prevede che dal 7 al 30 aprile 2021, è assicurato sull’intero territorio nazionale lo svolgimento in presenza dei servizi educativi per l’infanzia, e dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado. Per la stessa Legge, tale disposizione non può essere messa in discussione dai Presidenti di Regione se non in casi assolutamente particolari ed eccezionali.
Con la medesima disposizione, al secondo comma, la Legge ha previsto che le attività didattiche del secondo e terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado, nonché le attività didattiche della scuola secondaria di secondo grado si svolgono esclusivamente in modalità a distanza.
Con ordinanza numero 102 del 4 aprile 2021 la Regione Puglia ha disposto che dal 7 al 30 aprile tutte le attività didattiche di ogni ordine e grado si svolgano in applicazione dell’art. 2 del decreto legge 44/2021 ma, in evidente deroga allo stesso (deroga che, ricordiamo, è consentita solo in situazioni di particolari e comprovate situazioni di emergenza) sempre con decorrenza dal 7 al 30 aprile 2021 “le istituzioni della scuola primaria, della secondaria di primo grado, di secondo grado e Cpia devono garantire la didattica digitale integrata a tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente di adottarla, in luogo dell’attività in presenza”.
La lettura delle due diverse disposizioni rende chiaro come il Presidente della Regione Puglia, in deroga a quanto previsto dall’articolo rt. 2 del decreto legge 44/2021 ed esorbitando dai propri poteri, abbia di fatto disposto la riapertura anche della seconda e terza media e della scuola superiore con obbligo da parte delle istituzioni scolastiche di accettare le richieste di didattica integrata.
Ove ritenessimo di interpretare diversamente l’ordinanza della Regione Puglia, infatti, non avrebbe alcun senso il riferimento alla scuola media (secondaria di primo grado) ed alla scuola superiore (secondaria di secondo grado) che per legge, in zona rossa, sono integralmente svolte con didattica a distanza senza alcuna possibilità di scelta da parte dei genitori.
La scelta di disporre la didattica integrata anche per la Scuola Superiore e per le ultime classi della scuola media, se fosse applicata ovunque, non può che essere salutata positivamente dal Codacons di Lecce (purché siano scrupolosamente rispettate le percentuali di partecipazione fissate dalla Legge e purché siano garantiti adeguati mezzi di trasporto), ma si è certi che tale disposizione creerà solo caos nelle istituzioni scolastiche pugliesi con scuole che si atterranno alle disposizioni del decreto legge e scuole che applicheranno nel solito modo “fai da te” la nuova “geniale” ordinanza della Regione Puglia. Un ulteriore caos che gli studenti di Puglia non si meritano.
Parimenti l’ordinanza regionale non avrebbe senso, nel caso in cui la Puglia dovesse diventare zona arancione, poiché, in quel caso le istituzioni scolastiche dovrebbero comunque rispettare le percentuali di partecipazione in presenza indipendentemente dalla volontà espressa dai genitori di svolgimento della didattica a distanza.
Deve inoltre aggiungersi che l’ingresso della Puglia in zona arancione farebbe venire inevitabilmente meno le motivazioni in base alle quali si possa derogare alla didattica in presenza prevista espressamente dal decreto legge 44/2021 con la conseguenza che la scelta rimessa i genitori se far svolgere la didattica a distanza sarebbe non più ammissibile e/o accettabile.
Veramente non si comprende perché la Regione Puglia non ritenga di applicare semplicemente le disposizioni nazionali intervenendo e circoscrivendo con rapidità i casi di emergenza distinguendo caso da caso e zona da zona.
Non possiamo quindi che chiedere immediatamente il ritiro dell’ordinanza n. 102/2021 e la sua calma rimodulazione in base ai numeri concreti dell’andamento epidemiologico, alla conseguente elaborazione statistica, ed al rigoroso rispetto delle disposizioni di Legge nazionale che, lo ricordiamo, è sempre e comunque sovraordinata rispetto a qualsivoglia ordinanza regionale.
Che, quindi, sino a quando saremo in zona rossa, sia consentita la didattica in presenza ai cicli inferiori sino alla prima media e nell’auspicabile ipotesi in cui arriveremo ad essere zona arancione e/o gialla consentire ai ragazzi il regolare rientro in classe, in piena sicurezza.
Nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui è erede la carne: è una conclusione da desiderarsi devotamente. Impugnare, sognare …”.
Avv. Piero Mongelli
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