LECCE – Si è tenuta oggi nella Cappella dell’Ascensione dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce la cerimonia di consegna di una innovativa poltrona pre-parto all’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dello stesso nosocomio salentino. Promotore dell’iniziativa l’associazione “Cuore e mani aperte – OdV”, che da venti anni opera all’interno del presidio ospedaliero su iniziativa del cappellano del Fazzi, Don Gianni Mattia.
Alla cerimonia erano presenti monsignor Michele Seccia, Arcivescovo metropolita di Lecce, il direttore generale Asl Lecce, Rodolfo Rollo, il direttore sanitario del Fazzi, Osvaldo Maiorano, il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, il direttore responsabile di Ostetricia e Ginecologia, dottor Antonio Perrone e don Gianni Mattia.
La donazione si inserisce nell’ambito della mission dell’Associazione, che negli ultimi anni ha sviluppato una sempre maggiore attenzione verso l’umanizzazione delle cure e degli spazi ospedalieri, aspetti fondamentali all’interno di un percorso di salute. Tra queste iniziative sono da annoverare numerose umanizzazioni pittoriche, come quella della risonanza magnetica Polo Oncologico di Lecce “Giovanni Paolo II”.
Questo omaggio alla donna e alla mamma costituisce un supporto facilitante il sostegno durante il travaglio, favorisce posizioni alternative e il contenimento non farmacologico del dolore. La palla pelvica consente di compiere tanti piccoli movimenti con il bacino durante il travaglio e allevia il dolore delle contrazioni. Lo sgabello aiuta a partorire nel modo più naturale, “accovacciate”, aiutate dalla forza di gravità e consente di avere un parto naturale, garantendo un’assistenza personalizzata e di qualità.
“Siamo immersi in questo mondo e siamo influenzati da ogni suo evento, tutto viene a noi sotto diverse vesti e le emozioni che ci avvolgono, travolgono e accompagnano, possono renderci migliori se non ci chiudiamo a esse, se non ci lasciamo spaventare – sottolinea don Gianni Mattia – Chiunque di voi ci conosca, sa che abbiamo lasciato il nostro cuore e le nostre mani in quei reparti dove troppo spesso gli occhi diventano fiumi di acqua salata, ma è un’acqua che, se usata per pulire le ferite, diviene dolce. Stiamo vivendo un periodo difficile, che definirlo periodo è quasi un non volerlo legittimare e riconoscere, eppure ciò che sta succedendo è sotto gli occhi di tutti. In questo mese cade la prima ricorrenza di quanto ci è stato sottratto, di tutto il dolore che ci è caduto sul petto fermando il nostro respiro e per un momento, un lunghissimo momento, ci è sembrato ci fosse solo questo. Eppure alle volte basta guardare al di là del proprio sguardo, e accompagnare con umiltà dentro di sé la vita di chi ci circonda. Tutto a un tratto in quei reparti d’ospedale, dove alle volte si sente il peso della solitudine e la paura della malattia, abbiamo incrociato occhi pieni di speranza, attesa, ma anche timore. Donne di diversa età, di diversa etnia, ma tutte con lo stesso amore celato dentro di sé, con le mani protese a proteggere un ventre che è diventato dimora e riparo dell’amore vero. Aspettando un figlio sembra quasi che si stia ferme lì, mentre dentro di sé una nuova vita prende forma e il corpo della donna cambia. C’è tanta armonia in quelle dolci curve nelle quali la donna per la prima volta si rende conto del dono della vita e attraverso sé ritaglia dalla sua anima un nuovo respiro e un piccolo cuore si appresta ad affacciarsi al mondo per viverlo e migliorarlo”.
“Sono tante le paure che accompagnano le giovani donne che stanno per diventare madri e anche le meno giovani non sono prive dello stesso timore – spiega don Gianni – Per lungo tempo il parto è stato un tabù, una faccenda di donne. Invece, adesso se ne sta riconoscendo l’importanza non solo per il futuro che si affaccia alla vita, ma anche per l’accompagnamento della donna. Si è capito che accompagnarla in questo percorso è un dono per lei e per il nascituro. E allora in questo mese che richiama dolore, ci siamo ricordati che marzo è anche il mese della rinascita, la primavera che porta con sé nuovi germogli, la vita che non si lascia fermare dal gelo provato, ma che si protende verso il sole, come se fosse uno splendido girasole. Per onorare la vita che sa farsi strada anche nel deserto e per festeggiarla, abbiamo scelto di donare una poltrona pre-parto, qualcosa di innovativo, che aiuterà le giovani donne a diventare madri in un ambiente che saprà accoglierle calmando il loro dolore e le loro paure. Sempre con il cuore pieno di gioia e riconoscenza ringrazio tutti i volontari dell’Associazione e tutto i nostri benefattori, inclusi quelli che destinano a noi il 5 per mille, per il loro esserci e rendersi dono e renderci dono”.
Il direttore responsabile di Ostetricia e Ginecologia del Fazzi, dottor Antonio Perrone, ha ringraziato l’Associazione “Cuore e mani aperte” OdV con queste parole: “Dopo circa 40 anni, anche in occasione della necessità di organizzare percorsi differenziati dedicati alle pazienti gravide affette da SARS Cov2, così come richiesto dalle autorità sanitarie ministeriali e regionali, è stato profondamente ricostruito il blocco operatorio ostetrico all’interno del Gruppo Parto, realizzando un percorso Covid dedicato, provvisto di una Sala Operatoria collegata alla sala parto COVID, che permetterà di trattare in sicurezza le pazienti che avessero bisogno di ricorrere al taglio cesareo. Contestualmente si è provveduto a ricostruire, con criteri di efficienza e comfort, la Sala operatoria per il taglio Cesareo no-Covid, collegata a sua volta con il resto delle sale da parto no-COVID. In attesa di dotare al meglio questi ambienti con la strumentazione necessaria, importante è stato, in questa fase, il sostegno della Associazione “Cuore e Mani Aperte OdV” che, dopo aver donato, lo scorso dicembre, assieme al 61° Stormo e al 10° Rmv dell’ Aeronautica militare della base aerea di Galatina, un nuovo dispositivo ecografico per lo studio intrapartum della progressione della testa fetale, oggi ci fa dono di una poltrona pre-parto, strumento indispensabile per una moderna assistenza al travaglio-parto. Rivolgo a don Gianni, Franco Russo e tutta l’Associazione un ringraziamento di cuore con la consapevolezza che loro ci saranno sempre negli sforzi che tutti noi profondiamo per una buona sanità”.
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