LECCE – Un flash mob per far sentire la loro voce. Wedding planner, ristoratori, chef, camerieri, commercianti di abiti da cerimonia, fioristi, acconciatori, fotografi, ristoratori, agenti di viaggio, imprenditori dell’animazione e dell’intrattenimento, estetiste e tanti altri ancora si sono ritrovati questa mattina in piazza Sant’Oronzo a Lecce per una manifestaizone di sensibilizzazione. La situazione economica legata all’emergenza pandemica è drammatica. La conferma giunge da Fabio Vergine, titolare di Villa Vergine e presidente del sindacato provinciale Banqueting e Catering di Confcommercio Lecce.
“Con un calo di fatturato del 2020 compreso tra l’85 ed il 90%, quello del wedding è un comparto in ginocchio. Parliamo di un settore trasversale che coinvolge diverse tipologie di attività accomunate dal fatto di necessitare obbligatoriamente di una programmazione temporale non breve ed anzi di sovente di medio periodo. Bisogna comprendere che dopo un anno di gestione emergenziale dell’epidemia, è arrivato il momento di programmare i mesi a venire nell’ambito di “una nuova normalità”, con la consapevolezza che a determinate condizioni, sia possibile convivere con il virus. Bisogna dunque dotare il nostro settore di idonei protocolli che possano consentire una ripartenza in sicurezza, garantendo cioè il diritto alla salute senza tuttavia elidere il concreto esercizio dell’attività d’impresa.
La manifestazione, promossa da Confcommercio in collaborazione con il comitato “Insieme per il Wedding” si è svolta in contemporanea in diverse città italiane ed ha visto la partecipazione attiva di numerosi imprenditori della provincia di Lecce. Come Annarita Calò, titoalre della Casina Calò di Casarano, una magnifcia struttua a due passi da casarano. “Sono riuscita a continuare far lavorare dieci miei dipendenti, ma sono stata costretta a mandare a casa altri 36 lavoratori stagionali, almeno fino a quando non potremmo garantire loro uno stipendio mensile. Noi siamo pronti a ripartire in sicurezza. Ristori? Meglio non parlarne…”.
“Il comparto, a viva voce, non chiede ristori, che non potrebbero mai essere sufficienti a coprire le perdite subite – aggiunge Vergine – ma la possibilità di riprendere a lavorare, attraverso una politica di ripartenza programmata a seconda del livello di sicurezza che possa essere alla base di una comunicazione per rincuorare gli sposi dell’anno in corso e quelli del prossimo futuro”. “D’altra parte – prosegue Vergine – dal 21 Gennaio scorso sono ripartite in sicurezza le crociere. Non si capisce il motivo per cui su una nave possano stazionare, coabitare e festeggiare migliaia di persone, mentre in un matrimonio da 100/150 invitati questo sia ritenuto impossibile”. Gli fa eco il presidente di Confcommercio Maurizio Maglio: “Da diversi mesi abbiamo avviato con le istituzioni un dialogo mirato a definire quanto prima un protocollo per una riapertura in sicurezza che preveda regole certe legate allo scenario pandemico (zona bianca, gialla ecc.) presente. Non chiediamo solo un sostegno economico, ma una data certa che consenta agli operatori di organizzare il proprio lavoro. Abbiamo necessità di sapere cosa accadrà del nostro domani per tentare di salvare il salvabile”.
Photogallery a cura di Andrea Stella
Facebook
Instagram
RSS