LECCE – Un altro punto a favore degli imprenditori balneari salentini. Con due distinte ordinanze la Quinta Sezione del Consiglio di Stato (Presidente Severini, relatore Perotti) ha infatti respinto le richieste di sospensione proposte dal Comune di Castrignano del Capo contro le sentenze del Tar di Lecce emesse lo scorso novembre 2020 in materia di proroga delle concessioni demaniali marittime, confermando la piena efficacia delle statuizioni dei giudici amministrativi salentini. Le società appellate, titolari delle sentenze favorevoli alla proroga delle concessioni demaniali marittime sino al 2033 e titolari degli stabilimenti balneari Samarinda e Samarinda Beach House di Santa Maria di Leuca, erano entrambe rappresentate e difese dall’avvocato Danilo Lorenzo.
La vicenda riguarda la questione dell’applicazione dell’articolo 1 (commi 682 e 683), della legge numero 145 del 2018 con la quale è stata disposta la proroga delle concessioni demaniali marittime, vigenti alla data di entrata in vigore della legge, per ulteriori quindici anni e quindi sino al 31 dicembre 2033.
Il Comune di Castrignano del Capo dapprima aveva disposto la proroga dei titoli concessori, salvo poi annullare la stessa per presunto contrasto della norma nazionale con la direttiva Bolkestein. Da qui il ricorso promosso al Tar di Lecce dalle società Solemare Srl e Capo di Leuca Srls, entrambe difese dall’avvocato Lorenzo.
Con distinte sentenze, che hanno avuto indubbia risonanza nazionale per il loro carattere assolutamente innovativo nella materia, il Tar di Lecce (Presidente e relatore Antonio Pasca) ha accolto i ricorsi proposti dai concessionari, sancendo un fondamentale principio di diritto, ovvero la non applicabilità delle direttive comunitarie all’interno dello Stato membro; la non auto-esecutività della direttiva Bolkestein e, conseguentemente, la prevalenza del diritto nazionale (e quindi della legge 145/2018) rispetto alla stessa direttiva. Contro questa sentenza si era opposto il Comune di Castrignano del Capo ma il Consiglio di Stato ha respinto la domanda cautelare proposta dal Comune salentino, confermando così la validità delle sentenze del Tribunale amministrativo.
“Si tratta di pronunce di enorme validità nell’ambito della materia trattata – ha spiegato l’avvocato Danil0 Lorenzo – Sebbene le stesse si siano limitate ad affrontare la questione con riferimento alla fase cautelare, è evidente che i giudici di Palazzo Spada hanno voluto confermare la validità della sentenza del Tar Lecce sino alla successiva fase di merito, ritenendo meritevole di tutela l’interesse del concessionario a mantenere il titolo demaniale secondo la validità prevista dalla legge. La materia della proroga delle concessioni riguarda aspetti giuridici di enorme complessità e novità nel panorama normativo e giurisprudenziale italiano, coinvolgendo aspetti che afferiscono anche al rapporto tra diritto interno e diritto comunitario, Mi auguro che dopo queste pronunce – prima del Tar Lecce e poi del massimo giudice amministrativo – i Comuni ancora inadempienti facciano il loro dovere e procedano all’applicazione della legge nazionale, prorogando i titoli concessori sino alla data voluta dal legislatore”.
Grande soddisfazione è stata espressa anche da Giuseppe Mancarella e Toti Di Mattina, in rappresentanza della categoria degli imprenditori balneari. “Le pronunce odierne del Consiglio di Stato – ha sottolineato Giuseppe Mancarella – rappresentano una boccata di ossigeno per l’intero comparto balneare. Sono felicissimo per il risultato raggiunto che, pur riferito ad aspetti riguardanti la fase della sospensiva, possono rappresentare un evidente segnale del massimo giudice amministrativo nella materia. Ci auguriamo che queste pronunce possano permettere di risolvere tutte le ritrosie dei Comuni inadempienti nell’applicare la legge esistente e prorogare i titoli concessori, permettendo ai balneari di svolgere con serenità il loro lavoro che rappresenta un importante fetta dell’intera filiera turistica e dell’economia nazionale, garantendo occupazione specie in un periodo di crisi economica come quello attuale”.
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