BARI – Sono denominate “Le Secche di Ugento” e “Porto Selvaggio” di Nardò le due Oasi Blu riconosciute dalla Regione Puglia. Si tratta di due importanti iniziative che i Comuni di Nardò e Ugento hanno stabilito e proposto, insieme con i pescatori locali, per una regolamentazione delle attività di pesca maggiormente restrittive rispetto alle attuali, zonizzando la fascia costiera di pertinenza, stabilendo calendari di pesca e disciplinando gli attrezzi professionali e non, utilizzabili nelle diverse zone.
Entra così nel pieno della sua operatività un nuovo strumento di gestione della pesca, ai fini della tutela, incremento e valorizzazione delle risorse biologiche marine, inserito per la prima volta nella Legge Regionale n. 43 del 2017 ‘Pianificazione e sviluppo della pesca e dell’acquacoltura regionale’.
L’articolo 8 della stessa legge regionale definisce oasi blu uno strumento di gestione della pesca che consiste nella temporanea acquisizione (consegna) da parte di un ente locale di un’area Sito di interesse comunitario (Sic) a mare e/o dell’eventuale area contermine alla stessa, all’interno delle quali si opera la zonazione e la regolamentazione delle attività (professionali, sportive e ricreative).
“Il processo istruttorio delle istanze ha interessato la Commissione Consultiva per la Pesca e l’Acquacoltura della Regione Puglia che, dopo attenta analisi, ha espresso parere favorevole – sottolinea il direttore del Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone – e ha costruttivamente coinvolto le Capitanerie di Porto, Arpa Puglia, le Associazioni di categoria, l’Università e il Cnr. A tutti loro va il nostro ringraziamento”.
“Questo importante riconoscimento – sottolinea l’assessore all’Ambiente del Comune di Nardò, Mino Natalizio – è stato possibile grazie alle peculiarità del nostro parco di Porto Selvaggio, che è interessato dalla presenza di ben tre siti della Rete Natura 2000, uno dei quali si allarga anche a mare a tutela di una prateria di Posidonia oceanica. Inoltre, nel corso degli anni numerosi studi scientifici hanno messo in risalto importanti emergenze naturalistiche ed archeologiche presenti anche nei fondali marini antistanti il parco. Del resto, lo stesso ministero dell’Ambiente ha valutato i fondali di Porto Selvaggio meritevoli di un maggior grado di protezione”.
L’Oasi Blu consentirà quindi una maggiore tutela e protezione delle risorse marine ricomprese nella perimetrazione, attraverso strumenti di gestione quali la regolamentazione delle attività professionali, sportive e ricreative a tutto vantaggio della pesca sostenibile e dell’ambiente.
L’Oasi Blu consentirà quindi una maggiore tutela e protezione delle risorse marine ricomprese nella perimetrazione, attraverso strumenti di gestione quali la regolamentazione delle attività professionali, sportive e ricreative a tutto vantaggio della pesca sostenibile e dell’ambiente.
Soddisfazione è espressa anche dall’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, che riconosce al nuovo strumento un’importante valenza per il rilancio effettivo del settore della pesca, la valorizzazione della figura del pescatore e della cultura del mare, in generale.
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