LECCE – “Quei giorni perduti a rincorrere il vento. A chiederci un bacio e volerne altri cento.
Un giorno qualunque li ricorderai. Amore che fuggi da me tornerai. Un giorno qualunque li ricorderai.
Amore che fuggi da me tornerai”.
Sono passati ben ventidue anni dalla morte di Fabrizio De Andrè, l’ultimo poeta della canzone italiana. E oggi – nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa – Lecce ha voluto tributargli un omaggio. A mezzogiorno in punto dagli altoparlanti di Palazzo Carafa sono state diffuse cinque celebri canzoni del cantautore genovese. Bocca di rosa, Preghiera in gennaio, Nella mia ora di libertà, Don Raffaè, Amore che vieni amore che vai.
L’iniziativa – avallata dall’assessore allo Spettacolo Paolo Foresio – è stata caldeggiata dal capogruppo di Lecce Città Pubblica Pierpaolo Patti: “Credo che la città abbia apprezzato. Vi tenevamo a rendere omaggio a uno degli ultimi poeti del Novecento”. Non è da escludere che in futuro ci possa essere spazio per altri cantanti che hanno lasciato un segno nella musica italiana, e non solo: “Quando si parla di cultura non bisogna porre limiti né tanto meno alcun tipo di steccato”, sottolinea Patti.
L’aspetto più singolare è che il grande tenore leccese Tito Schipa anche oggi è riuscito a conservare il suo breve momento musicale. Con un’Ave Maria struggente e densa di significato, la voce dell’usignolo leccese ha riecheggiato un paio di minuti prima di mezzogiorno, anticipando così di poco la “performance” sonora di Fabrizio De Andrè. Insomma, nessuno “sfratto”, seppur momentaneo. Schipa resta il “re” di piazza Sant’Oronzo.
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