Pareggio giusto quello che è maturato tra Cittadella e Lecce in una gara da quartieri alti della classifica, dove gli attacchi si sono fatti preferire alle difese. Come sovente in questo campionato, infatti, i giallorossi hanno palesato amnesie difensive che hanno fatto diventare un Cittadella condizionato dalle assenze per Covid, brillante e pericoloso per tutto l’arco del match.
Lanna, per l’ultimo impegno del 2020, non cambia modulo e ripropone la coppia d’attacco formata da Stepinski e Coda anche se in panchina non ci sono elementi d’attacco che possano sostituire i due degnamente a gara in corso. A sorpresa il vice di Corini schiera a centrocampo lo svedese Bjoerkengren per dare più solidità ad un reparto votato alla fase offensiva con Henderson e Mancosu pronti a svariare su tutto il fronte d’attacco.
Il Lecce parte bene proprio con lo scozzese che al secondo giro di orologio si libera di due avversari e tira dal limite dell’area. La conclusione viene respinta dal numero uno veneto e Stepinski fa esultare solo un attimo la panchina giallorossa, prima che l’assistente dell’arbitro, posizionato in modo perfetto, annulli il gol del vantaggio.
Per il Lecce è solo un fuoco di palla perché è il Cittadella a prendere meglio le misure in campo e al decimo minuto è già in vantaggio. Adjapong perde una palla sulla corsia di destra e poi nessun centrocampista va a rendere difficile il compito di D’Urso che, dalla trequarti, ha tutto il tempo di mettere la palla al centro. Proprio per l’errata posizione dei centrocampisti, la difesa scala male e Zuta può solo osservare il possente attaccante africano Ogunseye colpire di testa e depositare la sfera alle spalle di Gabriel.
La nuova partenza ad handicap non scuote il Lecce che anzi rischia di subire il 2 a 0 pochi minuti dopo con una azione fotocopia della precedente. Questa volta però l’altro attaccante di colore Tsadjout riesce a colpire solo di petto e permette l’intervento al portiere brasiliano del Lecce.
Lucioni e Meccariello subiscono molto la dinamicità e potenza del duo d’attacco del Cittadella e il Lecce sembra in balia delle onde di una partita difficile. Ne esce con la bravura dei suoi uomini di maggiore tecnica e anche per la spavalderia della squadra veneta che si lascia colpire in contropiede. Al ventesimo Tachtisidis prende palla sulla propria trequarti e si invola verso l’area avversaria senza che nessuno lo contrasti veramente. Il suo assist per Coda è un cioccolatino che l’attaccante deposita in rete con un fendente di destro dopo la sua solita sterzata a disorientare il diretto avversario.
Dopo il pareggio la gara è di sicuro più equilibrata con il Lecce che subisce il palleggio dei padroni di casa, ma si fa vedere dalle parti di Kastrati in modo molto pericoloso. Al trentanovesimo Stepinski al volo impensierisce il portiere albanese dopo un assist al bacio di un Coda, molto in vena quest’oggi, e poi tre minuti più tardi innesca la rete di un vantaggio ormai maturo. Il polacco riceve palla a centrocampo da Tachtisidis e ricambia l’assist al suo compagno di reparto con un lancio a tagliare tutta la difesa veneta. Il pallone è perfetto e Coda con due tocchi lo tramuta in gol per il sorpasso giallorosso con il quale termina la frazione.
Nella ripresa Adjapong e Stepinski hanno la chance per chiudere il match, ma il tiro dell’esterno difensivo esce di poco, mentre il tiro del polacco è respinto facilmente da Kastrati. Dall’altra parte invece il Cittadella mette sovente palloni alti in area. Al quarto d’ora il colpo di testa di Ogunseye finisci sulla base del palo a Gabriel battuto, mentre cinque minuti dopo è il piccolo Tavernelli a bersi la difesa giallorossa e a depositare di testa un cross apparentemente inoccuo.
Il Lecce, subito il pareggio, ha un sussulto di orgoglio e solo un fuorigioco di rientro di Stepinski fa annullare il gol di Henderson che avrebbe ridato il vantaggio ai giallorossi. Poi, però, le azioni più pericolose sono tutte di marca veneta con Gabriel che deve superarsi su Proia per evitare che il Lecce esca nuovamente sconfitto dal Tombolato.
Il punto racimolato in terra veneta non è sicuramente da buttare, ma per una squadra con le qualità del Lecce, che aveva avuto la forza di ribaltare la solita disattenzione difensiva iniziale, è come una mezza sconfitta in virtù di come si era evoluto il match. Con il vantaggio raggiunto a fine primo tempo, bisognava affrontare il secondo periodo di gioco in modo diverso per dare un segnale differente a questo campionato. Un torneo dove le squadre più forti iniziano ad avere un buon ritmo, mentre ai giallorossi manca quella cattiveria che permetterebbe ad oggi ben altra classifica. E l’assenza di Corini non deve essere un alibi.
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Lecce, solite amnesie: Coda non basta. Finisce 2-2
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