Il dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni in relazione all’investimento di Zara sull’immobile Ex Ariston di Via Trinchese richiede un approccio laico alla questione. Essa chiama in causa, infatti, una molteplicità di elementi di pubblico interesse fra loro interconnessi: dalla tenuta del commercio cittadino al contrasto alla desertificazione commerciale, dall’innalzamento dei livelli occupazionali al contenimento del consumo di suolo fino al grande tema nazionale, per non dire europeo, del riutilizzo di grandi contenitori urbani, rimasti vuoti in tanti centri cittadini e commerciali a seguito della dismissione di servizi direzionali, banche, poste, cinema o teatri.
Da tutti questi punti di vista, il recupero e il riutilizzo ad uso commerciale dell’immobile Ex Ariston, che rischiava di essere un enorme vuoto urbano nel cuore commerciale della città, è già di per sé una buona notizia per la città. Non ci interessa entrare nel merito sui dettagli tecnici né sull’ammontare della monetizzazione, che del resto come previsto dal regolamento regionale 11/2018, è oggetto di convenzione fra l’investitore e l’amministrazione comunale, ma sottolineare come gli introiti di tale monetizzazione, come da regolamento regionale stesso, vadano vincolati a contestuali interventi per l’area, come quelli di riqualificazione e arredo urbano che si prevede di realizzare in questo caso ma anche di potenziamento delle aree a parcheggio che non potranno che dare ulteriore qualità urbana, e quindi attrattività, alle vie dello shopping cittadino.
L’intervento sull’Ex Ariston poi assume ulteriore valore perché si va a collocare nel cuore del c.d. “quadrilatero di Piazza Mazzini” che è stato individuato come area del Distretto Urbano del Commercio dal Comune e dalle Associazioni di categoria. Si tratta del centro commerciale naturale della città, dove sono concentrate la maggior parte delle attività commerciali al dettaglio ma dove al tempo stesso negli ultimi anni, in un contesto congiunturale particolarmente complicato per le attività retail, si sono registrate molte chiusure, si sono moltiplicati i locali vuoti sfitti a piano terra, e la cui vocazione di polarità commerciale, pertanto, va sostenuta e rilanciata.
In quest’ottica di riqualificazione e rilancio dell’area, che come Associazione condividiamo e che sosteniamo nell’interesse delle centinaia di attività commerciali presenti, è ormai assodato che la presenza di un media struttura attrattiva all’interno di un’area commerciale diffusa abbia da questo punto di vista un effetto di traino e di beneficio per tutto il sistema circostante del piccolo commercio e per i livelli occupazionali. Lo stesso beneficio, del resto, che si è storicamente avuto, sempre nella stessa area, per la presenza della Coin.
Pertanto come Associazione di categoria, che si sforza di rappresentare il mondo del commercio con responsabilità pubblica e facendosi carico dell’interesse generale, non possiamo che ritenere tale intervento di beneficio per tutta città, tanto per la sua qualità urbana quanto per la sua rete commerciale.
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