PITTSBURGH (USA) – E’ passato un anno dal trapianto multiorgano di Giorgia Pagano, la bimba salentina affetta da Sindrome di Berdon. La mamma Elisa in un lungo post sulla pagina Facebook dedicata alla figlia, ha raccontato nei minimi particolari tutto quanto è accaduto il 5 novembre 2019 subito dopo essere stata avvertita via telefono, della possibilità di sottoporre la piccola al delicato intervento. “Quella voce di donna – scrive Elisa – mi chiede se Giorgia sta bene, se ha febbre o infezioni in corso. Non capisco, ma inizio a preoccuparmi e la voce a tremare. Le chiedo di richiamarmi con la nostra interprete ufficiale per essere sicura di comprendere tutto”.
Dopo un’attesa di ben 11 anni, finalmente la notizia della disponibilità di organi compatibili alla piccola, accolta con gioia, ma anche tanta preoccupazione. La generosità dei genitori di un ragazzino vittima di un terribile incidente in una città a poche ore di volo da Pittsburgh, ha reso possibile il trapianto eseguito nella stessa giornata.
Complicato per una bimba che aveva già superato momenti complicati e dolorosi, affrontare una sfida così importante. Normale il suo cedimento emotivo iniziale, affrontato con grande coraggio e superato anche per merito del rapporto ormai simbiotico con la madre. “Mi ha chiesto di dire che aveva la febbre, in modo da rimandare l’operazione. Era terrorizzata, ma si è convinta quando le ho detto che sentivo che tutto sarebbe andato per il meglio”. Le condizioni di Giorgia si erano fatte preoccupanti, a causa dell’aggravarsi delle conseguenze della malattia e difficilmente avrebbe potuto sopravvivere a lungo. La sindrome di Berdon ha colpito finora poche centinaia di bambini e tra loro Giorgia è l’unica paziente ad aver raggiunto i 12 anni. “Siamo state fortunate, perché tutto poteva decisamente andare peggio di quel peggio che stava capitando. Il trapianto è arrivato al momento giusto”.
A distanza di mesi, i nuovi organi non hanno ancora raggiunto uno stato di funzionalità sufficiente che possa consentire ai medici di ritenere la piccola fuori pericolo. Dall’intervento le complicazioni sono state numerose e difficili da gestire anche da uno staff specializzato come quello del Children’s Hospital di Pittsburgh, per la prima volta di fronte ad un caso così raro e delicato. I rigetti, i numerosi effetti collaterali dei medicinali, l’alimentazione artificiale e addirittura un’operazione chirurgica a livello del lobo temporale per un’infezione micotica, hanno messo a dura prova la salute di Giorgia. Oltre ogni aspettativa la mascotte del Salento, seguita sui social ormai da migliaia di followers, ha festeggiato il primo anno della sua nuova vita, con sommo stupore di medici, familiari e amici.
Giorgia è stata salvata non soltanto dall’abilità di un’equipe altamente qualificata, ma soprattutto dal buon cuore di due genitori che hanno acconsentito all’espianto degli organi del proprio figlio, compiendo un gesto “che va oltre l’amore e la solidarietà”.
A questa famiglia vanno i pensieri e i ringraziamenti di Elisa, a chi ha permesso, con un gesto straordinario, di salvare la sua bambina.
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