“Se Salvemini per coprire l’inefficienza e la sciatteria amministrativa, tra le “amministrazioni passate” voleva riferirsi anche alla mia, ha preso un abbaglio. Ho lasciato nel 2007 una città finalmente ricca di progettualità, conosciuta oltre i suoi confini. Una città profondamente mutata rispetto all’inerzia delle amministrazioni precedenti e della quale i cittadini si sentivano orgogliosi. Oggi, a distanza di tre anni dal suo insediamento, Salvemini si connota per una totale mancanza di visione: traffico impazzito, città disordinata e sporca, servizi inefficienti, lavori pubblici senza fine. Per non ricordare la Darsena di San Cataldo, il mancato rinnovo delle concessioni balneari, il costo dell’appalto dei rifiuti aumentato di 1/5, i dipendenti della Lupiae sul lastrico, corsie preferenziali fantasiose quanto pericolose.
E non parliamo ancora del sistema informatico dell’amministrazione “trasparente”, di fatto inefficiente. Atti amministrativi incompleti o redatti senza accortezza alcuna (persino il documento unico di programmazione), regolamenti che pur approvati non entrano mai in vigore, ordini del giorno approvati quanto inutili, atti contrari alla valutazione tecnica dei dirigenti, cemento sul basolato, abbattimento di edifici storici (come il Santa Lucia), alberi afflitti da malattie e non potati e quant’altro può rilevare l’osservazione attenta dei leccesi. Criticare il passato è facile soprattutto per chi è stato relegato per anni all’opposizione; seguire il futuro e realizzare opere che diano bellezza, efficienza, economia e lavoro alla città è solo da visionari. Ma a quanto pare Salvemini non appartiene a questa categoria”.
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