LECCE – “Sono stato io”. Con queste parole Antonio De Marco, 21enne di Casarano accusato di essere il killer di Eleonora Manta e Daniele Desantis, ha confessato agli inquirenti l’efferato delitto. Dopo una settimana di attente indagini, i Carabinieri di Lecce sono risaliti al ragazzo incrociando informazioni informatiche, perizie grafologiche sui bigliettini ritrovati nei pressi della scena del delitto, intercettazioni e ricostruzioni di immagini. Il giovane, studente di scienze infermieristiche, è stato arrestato mentre svolgeva il tirocinio presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Da alcune testimonianze pare che il ragazzo si sia messo a ridere alla vista dei militari. De Marco aveva abitato per alcuni mesi all’interno dell’appartamento in ristrutturazione della coppia, e da alcuni appunti ritrovati in suo possesso, parrebbe che l’intento fosse quello di torturare e uccidere le vittime, e poi lasciare un messaggio sul muro rivolto alla collettività.
Al vaglio degli investigatori adesso, l’abitazione che il ragazzo divide con altri 3 coinquilini e tutti i telefoni e i computer della coppia. Ancora sconosciuto invece, il movente dietro un gesto così terribile.
Il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, si è congratulato con la Procura di Lecce per il lavoro svolto: “Lecce, come ha detto il procuratore, “esce dall’incubo”. Alla Procura della Repubblica, al Comando provinciale dei Carabinieri, a tutti i reparti impegnati nelle indagini va la gratitudine della città di Lecce.
Per il risultato raggiunto. Per la celerità con la quale il caso è stato risolto. Per il civilissimo riserbo mantenuto in questa settimana di indagini, nella quale nulla è trapelato del sofisticatissimo lavoro di accertamento tecnico che ha portato alla soluzione di un caso così complicato. Una condotta esemplare che suscita ammirazione per l’altissimo livello di professionalità dimostrato.”
E poi si è rivolto alla cittadinanza “Credo meriti una menzione anche la civiltà e il rispetto con il quale la cittadinanza ha partecipato a questa vicenda. Sottraendosi a quei fenomeni di voyeurismo o curiosità morbosa che hanno caratterizzato altri casi simili negli ultimi anni. Segno di una maturità e di una sensibilità che dimostra quanto veramente Lecce abbia vissuto con autentica sofferenza, partecipazione e rispetto questa tragica vicenda, che segnerà la nostra comunità per gli anni a venire.”
Photogallery a cura di Andrea Stella
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