NEW YORK – Giunge quest’anno alla trentanovesima edizione “Battery Dance ”, una delle più importanti manifestazioni di danza a livello internazionale, che, nei prossimi giorni, riunirà a New York oltre centocinquanta compagnie provenienti da tutto il mondo. Quest’anno l’iniziativa è dedicata alla celebrazione del Centenario della ratifica dell’Emendamento all’articolo 19 della Carta Costituzionale degli Stati Uniti, ovvero l’atto che garantì, un secolo fa, il diritto di voto alle donne.
Tra gli spettacoli e le coreografie che saranno proposte, vi sarà spazio anche per il ricordo di Jean Erdman, ballerina e coreografa americana di danza moderna e regista teatrale d’avanguardia, scomparsa due mesi orsono.
E ci sarà anche un po’ di Lecce e del Salento negli spettacoli proposti dalla rassegna “Battery Dance ”, perché i giovani Elias ed Evita Re sono stati selezionati dalla compagnia “Futorian Dance Theatre ” proprio per partecipare al festival.
A loro sono state affidate tre “performances ”, tra le quali un “solo ” (interpretato da Evita), ispirato alla figura di Maria Maddalena. Le tre esibizioni hanno come oggetto le capacità e le virtù, proprie delle donne, che si sono manifestate nel loro tortuoso processo di emancipazione.
Elias Re, ventenne, fa ora parte del corpo di ballo della “Cleveland Ballet Company ”. Sia lui, che la sorella, Evita (diciannove anni), sono nati a Milano: la loro formazione – scolastica e artistica – si è alternata a quella conseguita negli Stati Uniti, dove sono giunti dopo aver frequentato anche la Scuola di danza della “Scala ”. Negli Usa, hanno, poi, frequentato diverse scuole in Florida, grazie al conseguimento di alcune borse di studio: Fort Lauderdale, Miami, Sarasota, Tampa, West Palm Beach. A queste esperienze, si è, poi, aggiunta anche quella presso la compagnia “The Ruth Page Ballet Traning Company ” di Chicago.
L’immagine di Elias Re, inoltre, campeggia sui mega-poster promozionali della “Cleveland Ballet Company ”, mentre a Evita, anche quest’anno, è stata confermata la “full scholarship ” (borsa di studio), che le permetterà di continuare a frequentare la Scuola Internazionale di Danza Contemporanea “Alvin Alley ” di New York. Entrambi proseguono anche gli studi di Economia presso l’Università di Miami.
Elias ed Evita sono i nipoti di Primavera Re (figli del primogenito, Elio), storica militante della Federazione leccese del Pci, fondatrice dell’Unione Donne Italiane di Lecce, protagonista assoluta, negli anni Settanta e oltre, delle lotte sui grandi temi del divorzio, dell’aborto, dei consultori. Importante anche la sua attività sindacale nella Cgil Scuola, e, soprattutto, la sua attività di docente nel cuore del protagonismo giovanile di quegli anni.
Primavera Re (figlia, a sua volta, del pittore leveranese Geremia) è stata una figura fondamentale della storia del movimento femminista salentino, avendo compreso, più di molti altri, la portata storica della messa in discussione dei rapporti tradizionali uomo/donna, credendo fermamente nella “sua ” scuola pubblica, come luogo privilegiato di partecipazione, crescita, valorizzazione dei saperi delle donne. Fu sempre vicina ai collettivi femministi leccesi e, soprattutto, alle giovanissime, condividendo con loro i cammini e le battaglie sui temi dell’educazione sessuale, della qualità e delle forme delle relazioni. Morì nel mese di luglio del 1992, all’età di sessantacinque anni.
Ora, proprio in occasione del festival “Battery Dance ”, dedicato alla memoria delle lotte per l’emancipazione delle donne, Elio Re e sua moglie Mildres, hanno voluto mettere in relazione “l’impegno civile dell’attività artistica dei loro figli con la storia politica della nonna: un filo rosso che unisce più generazioni, a distanza di decenni ”. “Le lotte, le idee, i sentimenti di Primavera Re ”, hanno affermato Elio e Mildres, ”rivivono oggi sotto le forme dell’arte della danza, percorrendo lo stesso cammino. Ed è bello pensare che, dall’altra parte del mondo, siano proprio i nipoti di Primavera a interpretare nuovamente la storia e la sensibilità della loro nonna!”.
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