“Lo ripetiamo ancora, come se ce ne fosse bisogno (purtroppo si, ce n’è bisogno). Siamo in piena pandemia. Il virus circola in Italia, in Europa, nel Mondo.
La circolazione del virus è asincrona, cioè l’intensità di circolazione varia a causa di tanti fattori nei diversi Paesi del mondo: la ripresa delle attività produttive, l’intensità locale dei contatti sociali, (forse) fattori climatici.
Capita dunque che un Paese come l’Italia, che ha già subìto una prima ondata, debba prevenire l’aumento della circolazione virale e, soprattutto, evitare che l’aumento della circolazione virale faccia sviluppare una seconda ondata di casi clinicamente rilevanti.
L’aumento della circolazione avviene sia per ripresa della attività virale autoctona pre-esistente, sia per importazione di casi da paesi ad elevata attività e conseguente circolazione autoctona.
Tanta prudenza e non abbassare la guardia visto che il virus è fra noi, anche d’estate.
Perché i fattori che favoriscono la circolazione – da qualunque parte arrivi il virus – sono fattori locali. E’ dunque su questi che dobbiamo concentrarci. Capiamo bene che il caso importato, soprattutto se l’importazione avviene da parte di poveri extracomunitari, faccia notizia. Capiamo anche che alcune forze politiche cavalchino questa tigre non avendo altri argomenti.
Ma è bene chiarire il concetto di base, che abbiamo ripetuto fino alla nausea, e cioè che i virus non conoscono confini e quindi le azioni di contenimento devono essere principalmente azioni locali. E poi i virus sono individui esigenti: se proprio devono viaggiare, preferiscono farlo in aereo in prima classe piuttosto che sui barconi”.
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