BARI – “La Regione Puglia continua a seguire la vicenda dell’ex Ilva di Taranto e, con estrema attenzione, partecipazione e condivisione, le proteste e l’angoscia dei lavoratori per il loro futuro occupazionale e le preoccupazioni dei cittadini per la salute e l’ambiente”. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano interviene sulla vicenda Ilva a ventiquattrore dalla nube di polveri che ieri – per l’ennesima volta – si è sollevata su Taranto alimentando rabbia e preoccupazioni tra iu cittadini e non solo. “E’ il frutto – ha spiegato il Governatore di Puglia – di una produzione industriale che continua ad alimentarsi a carbone e della mancata realizzazione di misure ambientali che – nel caso della copertura dei parchi minerali – dovevano essere completate nel 2015 e che non lo sono state in forza di ben 12 decreti del Governo, tutti contestati dalla Regione Puglia perché non tenevano nel dovuto conto la tutela dell’ambiente e della salute. Arpa fornirà una relazione sugli eventi di ieri alla Regione”.
Emiliano coglie l’occasione per replicare a coloro i quali sostengono che il ciclo integrale vada bene con l’attuale assetto industriale alimentato a carbone: “Le immagini di ieri descrivono meglio delle parole il pericolo costante che vive la comunità. Da anni chiediamo una svolta produttiva in ogni sede, con l’abbandono del carbone, e non possiamo più aspettare. È urgente che il Governo trovi una soluzione realmente sostenibile al problema dell’ex Ilva. Per la Regione Puglia questa soluzione si chiama decarbonizzazione, una strada che ci ha sempre visti impegnati e coerenti per Taranto. Manteniamo uno spirito collaborazione con lo Stato per fare in modo che immagini come quelle di ieri non si ripetano più”.
Ma le critiche non mancano. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” non si tratta di un nuovo problema, tenendo conto dei venti caratteristici della zona, ma le nuove gigantesche coperture costruite sul parco minerario non sono state in grado di neutralizzare la dispersione di polveri che ha provocato il disastro ecologico e umano della città dei due mari. “Non sappiamo – afferma D’Agata – se alla presenza di fumo corrisponda anche uno sforamento dei livelli di guardia dell’inquinamento atmosferico ma esprimiamo comunque preoccupazione per uno ‘spettacolo’ a dir poco sconcertante che ha investito tutto il Salento”.
Di qui l’invito pressante a “monitorare costantemente i livelli di sostanze nocive presenti nell’aria di Taranto e del Salento ed anche quindi nelle ore notturne. Respirare aria pulita è un diritto fondamentale per la salute e il benessere di tutti e soprattutto per i più piccoli per i gravi rischi per l’infanzia derivanti da una mal’aria. E’ il momento di passare dalla presa d’atto alle azioni possibili. Al ministro dell’Ambiente chiediamo di farsi garante della salute della popolazione e dei lavoratori tarantini facendo in modo che lo stabilimento dell’Ilva venga riautorizzato con prescrizioni che prevedano tempi certi e serrati per l’ammodernamento dell’impianto e per la riduzione delle emissioni a partire dagli inquinanti più pericolosi per la salute, come le diossine, i furani e gli Ipa”.
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