LECCE – “Per quanto attiene il Servizio Protesi, da tempo la Asl Lecce aveva individuato delle anomalie di spesa non giustificabili né da un punto di vista epidemiologico né dall’innovazione tecnologica del prodotto protesico. A tal fine erano state fatte delle verifiche che avevano interessato tutti gli ambiti territoriali e le situazioni anomale erano state poste all’attenzione delle autorità giudiziarie competenti per gli approfondimenti ritenuti necessari”.
La Asl Lecce interviene nella delicata vicenda dell’inchiesta giudiziaria che vede coinvolta una dipendente dell’Azienda, Carmen Genovasi, 46 anni, funzionaria dell’Ufficio protesi dell’Asl Lecce, arrestata ieri con le accuse di corruzione, falso ideologico e turbata libertà nella scelta del contraente. In manette è finito anche il dipendente di un’azienda leccese di produzione protesi. Gli uomini del Gico della Guardi di Finanza di Lecce hanno sorpreso in flagranza di reato la donna mentre intascava una mazzetta di 850 euro. Secondo gli inquirenti sarebbe stato il funzionario ad assegnare direttamente le pratiche ai singoli imprenditori, ignorando così il diritto di scelta del paziente.
“Il settore della Protesi – fanno sapere dalla Asl – è particolarmente delicato in quanto rivolto a persone con particolari fragilità. La crescita della spesa è spesso legata all’immissione di dispositivi tecnologicamente sempre più avanzati e quindi maggiormente costosi ma necessari per il recupero delle disabilità e per il controllo delle patologie croniche che affliggono larghi strati della nostra popolazione. Obiettivo finale è sempre stato quello di dare al cittadino gli opportuni strumenti di cura all’interno però dei vincoli di spesa stabiliti in ambito regionale e nazionale.
Nel realizzare questo importante obiettivo è indispensabile la partecipazione dei fornitori di presidi che, una volta accreditati, accompagnano il paziente nell’utilizzo ottimale dei dispositivi e ne assicurano la piena fruibilità sempre al fine di ottenere i migliori benefici nell’ambito di un’etica collaborazione con l’Azienda sanitaria”.
La Asl tuttavia, tiene a precisare che “molte di queste ditte hanno sempre operato nella legalità e nel rispetto delle regole normativamente stabilite. Ovviamente gli episodi di cronaca riscontrati impongono un rafforzamento del nostro piano di monitoraggio che andrà avanti e sarà sempre più puntuale e capillare e offrirà agli organi preposti la massima collaborazione tecnica che solo gli operatori sanitari possono assicurare per rendere sempre più puntuale e trasparente un servizio essenziale per l’utenza”.
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