LECCE – “Si è trattato solo di un piccolo cortocircuito”. Il sindaco Carlo Salvemini getta acqua sul fucco delle polemiche divampate sui social in seguito all’episodio avvenuto sabato pomeriggio nel piazzale antistante la chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo in occasione della funzione in onore di Silvia Ghezzi, la 32enne scomparsa a causa di malattie rare, cerimonia che sarebbe stata più volte bruscamente interrotta dall’operato di una vigilessa, che avrebbe intimato ai presenti di fornire le proprie generalità chiedendo al sacerdote di allontanarsi. A denunciare il fatto increscioso è stata la mamma della povera Silvia che ha scritto una lettera aperta al primo cittadino leccese per spiegare quanto avvenuto. “Uno sfogo assolutamente comprensibile e anche emotivamente toccante – ha affermato oggi nella consueta diretta su Facebook Carlo Salvemini – una censura sulle modalità di controllo dello svolgimento della cerimonia relgiosa presso il cimitero comunale. Come sapete ai funerali possono partecipare per legge al massimo quindici persone. Le pattuglie di Polizia locale sono chiamate a garantire che vengano rispettate le misure che sono, comprendete bene, anche fastidiose da far applicare nel momento del dolore e del raccoglimento e che però ci costringono a farlo perché viviamo in una situazione di emergenza”. Il sindaco ammette che ci sia stato “un momento di tensione tra le forze di polizia e la madre di Silvia Ghezzi. Io ho personalmente chiamato la signora e le ho trasferito il cordoglio a nome di tutta la città. Questa mattina ho ricevuto la relazione della Polizia locale, poi ho incaricato l’assessore Signore di far visita alla madre di Silvia”.
“E’ un episodio – precisa il primo cittadino leccese – che dal punto di vista della norma non è censurabile né con un richiamo né con un provvedimento disciplinare. Si tratta forse di un comportamento non particolarmente felice nell’uso delle espressioni verbali, ma non è stata emanata alcuna sanzione. E la cerimonia si è svolta regolarmente. Abbiamo voluto trasferire tutta la nostra vicinanza alla signora in un momento in cui c’è stato un piccolo cortocircuito”.
Fin qui il sindaco. Resta il fatto che – al di là dell’applicazione tout court di una norma – il buon senso e la sensibilità sono qualità che dovrebbero rappresentare la bussola di ogni azione quotidiana, soprattutto da parte di coloro i quali sono incaricati di dare il buon esempio. Ogni tanto basterebbe solo un pizzico di umanità in più.
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