LECCE – Prima le critiche velate, poi gli attacchi all’arma bianca, e ora la questione finisce direttamente sul tavolo del Prefetto. Il centrodestra non ci sta. Si sente escluso dall’attività istituzionale di Palazzo Carafa. Ad innescare la miccia sono stati i consiglieri Giampaolo Scorrano e Roberto Giordano Anguilla ai quali sarebbe stato impedito – almeno questa è la versione fornita dagli interessati – di prendere parte ai lavori della Commissione Ambiente, convocata questa mattina in aula consiliare e con il sistema misto, così come era stato concordato in Conferenza dei capigruppo. “Al nostro arrivo – fanno sapere i due consiglieri – siamo stati bloccati da un funzionario del Comune e ci è stato materialmente impedito l’accesso con la giustificazione che gli ambienti non erano stati sanificati e che era rischioso per la nostra incolumità”. A quel punto i due sarebbero stati invitati a scendere al pian terreno – “dove abbiamo trovato posto nel giardino interno tristemente utilizzato come deposito temporaneo dei sacchi della spazzatura” – per seguire i lavori.
Secondo la narrazione fornita da Scorrano e Giordano Anguilla la commissione sarebbe iniziata “con un discreto ritardo e, sin da subito, si sono registrati problemi a partecipare da parte di diversi colleghi, alcuni dei quali sono stati risolti dopo circa mezz’ora (con l’ausilio dell’esperto informatico) e solo per il fatto che erano presenti in municipio (il consigliere Giordano Anguilla) mentre per altri non è stato proprio possibile prendere parte ai lavori (come i consiglieri Guido e Martini). Questo fatto di per se stesso, basterebbe già a decretare il fallimento di questo sistema (che misto non è) in quanto non è ammissibile privare alcun consigliere (sia esso di maggioranza o di opposizione) della facoltà di parola”. Ma c’è di più. Secondo quanto avrebbero raccontato ai due consiglieri alcuni dipendenti “tutti gli ambienti di Palazzo Carafa, compresa l’aula consiliare, erano stati sanificati ed igienizzati; circostanza poi confermata dallo stesso dirigente del settore ambiente nel corso della videoconferenza”.
Di qui una serie di interrogativi: “Perché la commissione non si è svolta con il sistema misto deciso dai capigruppo a maggioranza? Perché non si è tenuta in aula consiliare come originariamente previsto? È lecito vietare ad un consigliere l’accesso in un’aula del Comune, tra l’altro accampando scuse che si sono presto rivelate non veritiere?”. Domande che i consiglieri comunali di centrodestra hanno rivolto direttamente al Prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta. “Appare chiaro, a questo punto, che i consiglieri (per ovvi motivi) non siano ben accetti a Palazzo di Città dove il sindaco, divenuto in questi mesi Podestà, non intende condividere con chicchessia le sue stanze da cui comanda da solo a suon di delibere di giunta e dirette Facebook”. Ecco perchè i consiglieri di centrodestra chiedono con forza al Prefetto “di poter essere posti nelle condizioni di espletare il nostro mandato popolare sempre nel rispetto delle norme di sicurezza e di prevenzione”.
In attesa di una (eventuale) risposta della rappresentante di governo siamo certi che non mancherà, per vie brevi, una secca replica del sindaco Salvemini. Fine della puntata.
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