BRINDISI – Non solo Soleto. Vi è anche un’altra Rssa coinvolta nel dramma del coronavirus e finita nel mrino della Procura. Si tratta del centro anziani “Il Focolare” di Brindisi, commissariato dalla Regione Puglia dopo la richiesta effettuata della Asl, a seguito del focolaio scoppiato all’interno della struttura dove nei giorni scorsi sono stati registrati 102 contagi da coronavirus che hanno riguardato 53 ospiti e 49 operatori, quasi tutti asintomatici. Due invece le persone anziane morte.
La direzione sanitaria del centro socio assistenziale è passata cosi nelle mani di Angelo Greco: “E’ una vera sfida – ha ammesso il dottor Greco su Nuovo Quotidiano di Puglia – ma stiamo gestendo la situazione che, al momento, è sotto controllo”. Nella gestione del centro “Il Focolare”, la Asl ha apportato alcune novità organizzative: “Abbiamo attivato il servizio h24 di medici, dunque anche di notte, ed abbiamo inserito anche il turno infermieristico”.
Il responsabile sanitario parla poi dell’introduzione del percorso pulito-sporco: “Questo significa che uno arriva al mattino dalla parte pulita, si spoglia, si mette la tuta e sale. Fa il lavoro che deve fare e poi al rientro scende dall’altra parte. Va nella sala di bonifica, si cambia, viene sottoposto alla sanificazione, passa nella parte pulita, si veste e se ne va. Questo in maniera che non ci siano commistioni”. Alle dichiarazioni del dottor Angelo Greco, tuttavia, hanno fatto seguito quelle degli avvocati Tana e Bonsegna, che curano gli interessi della Rssa “Il Focolare”: “In relazione al contenuto di alcune dichiarazioni rese dal dottor Greco, attuale responsabile della direzione sanitaria de “Il Focolare”, nell’interesse dei nostri clienti, per amore di verità, ci pare doveroso e opportuno precisare quanto segue. La predisposizione di un servizio h24 di medicina per gli ospiti della struttura è una decisione che spettava unicamente alla Asl in quanto unico soggetto responsabile, in base ai regolamenti regionali, dell’assistenza sanitaria, generica e specialistica, nei confronti degli ospiti. Tale iniziativa è stata più volte invocata dalla stessa struttura, soprattutto dopo l’interruzione da parte dei medici di medicina generale delle visite in struttura a seguito dell’acuirsi della crisi epidemiologica, giacché va ribadito a chiare lettere che le disposizioni vigenti non hanno mai consentito che l’assistenza sanitaria venisse gestita direttamente dalle Rssa”.
Anche per la predisposizione dei percorsi separati pulito–sporco all’interno della Rssa, i legali tengono a precisare che “prima dell’insorgere dell’emergenza pandemica nulla era mai stato rilevato dalle strutture pubbliche ispettive della Asl in ordine alla correttezza dei sistemi di prevenzione/protezione adottati dalla Struttura. Ed anzi – si legge ancora nel comunicato – “anche nella Circolare 251 del 25.3.2020 della Regione Puglia non vi è alcuna disposizione che preveda a carico della struttura la predisposizione di quanto evocato nell’intervista. Anche nella successiva Circolare della Regione Puglia del 4.4.2020 integrativa della precedente, (quella, per intendersi, che al verificarsi di casi Covid all’interno della struttura, stabiliva – in applicazione di quanto scritto nella Circolare 7865 del 25.03.2020 del Ministero della Salute –che <<è fatto obbligo di effettuare i tamponi a tutti gli ospiti della Rsa e a tutti gli operatori sanitari), nulla è previsto, nel senso dell’obbligo della creazione all’interno delle strutture di un percorso separato pulito – sporco, del tipo di quello tratteggiato nell’intervista. Richiesta, peraltro, non facilmente attuabile – come si è visto – in strutture sanitarie a tutti gli effetti, come gli ospedali, meno che mai in una struttura nata per esigenze (socio assistenziali) del tutto diverse”.
I legali precisano poi che, solo con la circolare del Ministero della salute dello scorso 18 aprile, che le Asl hanno ricevuto dalla Regione Puglia nella sera del 22 aprile scorso, è stato stabilito che “nelle strutture residenziali per anziani e disabili, “di dimensioni più grandi, previa valutazione dei dipartimenti di Prevenzione (ndr, della Asl) sulla adeguatezza della possibilità di effettuare un efficace isolamento, sarà possibile creare aree e percorsi dedicati in grado di garantire quanto più possibile la separazione tra aree pulite e aree sporche. Mai prima di tale data, dunque, alcuna norma o disposizione di pari tenore è mai esistita per le Rssa pugliesi. Ben vengano, quindi, tutti gli interventi migliorativi da parte della Asl, ma sarebbe il caso di precisare che tali indirizzi sono stati formulati solo negli ultimi giorni, in epoca successiva all’affiancamento della Asl alla struttura. Ciò ci pare opportuno precisare per evitare il rischio che il lettore possa pensare che la Struttura privata non abbia sul punto rispettato gli indirizzi delle Autorità sanitarie vigenti al momento dei fatti”.
“Si fa, altresì, presente – concludono i legali del centro socio assistenziale – che la Struttura sin dal 20 aprile 2020 ha depositato presso la Procura della Repubblica di Brindisi una articolata memoria (comprensiva di ampia documentazione per un totale di 265 pagine) nella quale è ricostruito nel dettaglio su base documentale il rapporto intercorso con la Asl di Brindisi sin dal sorgere dei primi sospetti di presenza del virus, già oggetto del precedente comunicato. Anche su tali aspetti nei giorni scorsi è stata avviata l’attività di indagine della locale Procura di cui hanno ampiamente riferito i mezzi di stampa”.
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