QUINTANA ROO (MESSICO) – Arriva da Quintana Roo, in Messico, l’appello di una nostra connazionale, bloccata a causa delle disposizioni di sicurezza internazionali in vigore per l’epidemia di Coronavirus. Si chiama Giorgia Gerenzani, vive a Torino e ha affidato a Facebook la sua richiesta d’aiuto perché, con l’intera famiglia non ha alcuna possibilità di fare rientro in Italia.
“Sono in Messico – spiega la ragazza – con mia sorella Fulvia, mia mamma Rita, mio papà Marco, e un cane di grossa taglia che fa parte della famiglia. Mio papà è ancora in convalescenza per un ictus da cui sta cercando di uscire da mesi, ma necessita ancora di cure di riabilitazione. Mia sorella era già negli States con il suo cucciolo al seguito. Io, mamma e papà siamo partiti il 7 marzo per il Messico, mia sorella era già lì ad aspettarci e il volo di ritorno, era prenotato per il 17 marzo per tutta la famiglia. L’8 di marzo è stato emesso il primo decreto per l’emergenza coronavirus e sono cominciate le vicissitudini”.
Dopo la cancellazione del suo volo e di quello di molti altri italiani, si è messa immediatamente in contatto con Farnesina e Consolato Italiano . “Il suggerimento che ci hanno dato allora, è stato di lanciarci in viaggi della speranza con altre compagnie e nell’attesa, di chiuderci in una casa qui”.
Giorgia ha un cane che per nessun motivo al mondo abbandonerebbe, nonostante questo renda più ostico trovare un volo. Non sono molte le compagnie che accettano animali a bordo o in stiva e soprattutto, nella loro condizione, è preferibile un volo con pochi scali per scongiurare cancellazioni last minute. “Il pensiero di restare bloccati in un aeroporto nel bel mezzo di una pandemia e con un cane, in una stretta gabbia regolamentare per viaggi aerei, non era il massimo della prospettiva”.
E allora decide di affittare una casa con la famiglia in attesa di poter ripartire nel giro di pochi giorni. “Gli unici voli diretti erano quelli Alitalia le cui tariffe si aggiravano tra i 7000 e i 9000 euro! Siamo rimasti in contatto con altri italiani con lo stesso problema e abbiamo reiterato la richiesta alla Farnesina e al Consolato italiano, di organizzare un volo di gruppo per tutti noi. La risposta spiazzante è stata “Non è in programma nessun volo di rientro”.
La delusione è cocente, soprattutto perché Giorgia conosce la storia di Niccolò, il ragazzo bloccato a Wuhan lo scorso febbraio, rientrato grazie ad un volo speciale predisposto dall’Unità di Crisi della Farnesina, dai ministeri della Difesa e della Salute con il contributo di Protezione civile. “Forse – polemizza la ragazza – con quel volo hanno finito il budget per gli italiani che sfortunatamente si trovano in altri paesi senza possibilità di ritorno? Forse ormai non fa più notizia?”.
Appena confermata la disponibilità di alcuni voli diretti, ha prenotato con la compagnia “Neos Air”, cancellati, sfortunatamente, nella giornata di ieri. “Siamo più di settanta persone nella stessa situazione. Nel frattempo i nostri soldi stanno finendo”. Le compagnie non hanno ancora disposto i rimborsi per i voli cancellati precedentemente e Giorgia teme non soltanto difficoltà economiche, ma soprattutto il diffondersi dell’epidemia. “La pandemia è esplosa anche qui e a livello sanitario non sappiamo come potremmo essere eventualmente curati”.
Giorgia e la sua famiglia sono a conoscenza della condizione critica del nostro Paese “Vediamo la gente che canta dai balconi e purtroppo le file di autocarri dell’esercito che trasportano i nostri anziani che non ce l’hanno fatta e il cuore si stringe e piange”.
Un disperato appello quello di Giorgia rivolto alle autorità perché possano attivarsi velocemente e disporre il rientro della sua famiglia e degli altri italiani bloccati in Messico. Chiede a tutti di condividere il suo messaggio attraverso Facebook perché questo esilio forzato, termini il prima possibile. “Questa non è una bufala – precisa – Ci sono i nostri nomi e cognomi. Non ci abbandonate! Vorremmo poter tornare in Italia scendendo da un aereo militare, da una nave dell’Esercito, da un mercantile, fate voi, ma fateci tornare. Fateci tornare a casa”.
La rete viaggia veloce, ci auguriamo che il messaggio così ben veicolato venga accolto dalle istituzioni come merita e che Giorgia, la sua famiglia e tutti gli altri possano fare ritorno in Italia al più presto. Cuccioli compresi.
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