LECCE – “Riteniamo che le misure adottare finora non siano affatto sufficienti per fronteggiare adeguatamente l’attuale situazione di emergenza”. Queste sono le parole espresse dai Sindacati dei Pensionati e delle Pensionate Provinciali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, in una lettera indirizzata al Prefetto di Lecce Maria Teresa Cucinotta.
La preoccupazione dei sindacati è rivolta in particolar modo alla drammatica situazione creatasi all’interno della Rsa “La Fontanella” di Soleto e della Casa di Riposo Celestino Galluccio di Galatina: “Non possiamo esimerci dal chiedere una maggiore attenzione perché Soleto è lì a dirci quanto può essere catastrofico non intervenire in maniera preventiva in quei luoghi in cui sono ricoverate persone anziane e fragili sia per età che per patologie pregresse”.
Tuttavia, dalle informazioni acquisite e da noi riscontrate, si tratta di due realtà completamente differenti: se a Soleto, l’emergenza coronavirus ha provocato un focolaio, a Galatina si registra un solo caso positivo al Covid19, isolato e gestito senza difficoltà alcuna dagli operatori della casa di riposo.
Nella lettera al Prefetto, l’organizzazione sindacale intende porre una più alta attenzione sulle realtà esistenti all’interno delle diverse strutture socio sanitarie della provincia: “Noi sappiamo benissimo che diverse Rsa e Case di Riposo nella nostra provincia sono impreparate ad affrontare questo tipo di emergenza perché molti servizi, dal punto di vista sanitario-geriatrico, sociale e tecnologico, non si sono evoluti perdurando, invece, al loro interno modelli di gestione anacronistici con una funzione prettamente di custodia e dunque inappropriati rispetto ai nuovi bisogni di salute e di benessere delle persone anziane. È quindi, fondamentale – si legge ancora nella missiva – adottare una speciale attenzione nella prevenzione e controllo e che le misure sino ad ora attuate non siano affatto sufficienti per fronteggiare adeguatamente l’attuale situazione di emergenza”.
Al Prefetto Cucinotta, i sindacati richiedono l’istituzione di una task force, composta da medici, infermieri, esperti di igiene e psicologi “per la gestione dell’emergenza nelle strutture, sia pubbliche che private, su tutto il territorio della nostra provincia”; un maggiore approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale. Oltre ad un controllo preventivo, anche sui casi asintomatici, mediante il test del tampone, viene chiesta l’attivazione di “un servizio telefonico costante per fornire informazioni chiare, personalizzate, adeguate ed esaustive perché è molto importante sia che gli anziani ospiti possano comunicare con i loro familiari e sia che questi siano messi a conoscenza dello stato di salute dei loro congiunti ricoverati”.
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