LECCE- Un fiocco nero per onorare chi perde la vita mentre cercare di salvare quella degli altri. Lo metteranno i medici leccesi sui loro camici, per ricordare i colleghi che hanno adempiuto ai loro doveri fino al sacrificio estremo.
“I medici e gli operatori sanitari tutti – spiega il presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Lecce Donato De Giorgi – stanno fornendo un contributo enorme di vite lacerate o stroncate per sempre dal contagio, mentre viene, con l’impegno di ogni giorno, testimoniata la nostra straordinaria professione di cura e di solidarietà. Quotidianamente infatti un elenco impietosamente sempre più lungo di medici morti “sul campo” rappresenta un dolore infinito e una perdita incolmabile per tutti”.
Un martirio vero e proprio quello che sta avvenendo negli ospedali italiani in questo periodo, in cui i sanitari si trovano ogni giorno a combattere con un virus che sta mettendo in ginocchio non solo la popolazione intera, ma anche e soprattutto le strutture ospedaliere. È diventato, infatti, altissimo il rischio di contrarre il Covid 19 mentre si cerca di operare negli ospedali nel migliore modi nonostante le scarse risorse a disposizione, sia umane che strumentali. Sono già troppi i medici che si sono ammalati curando pazienti infetti, cercando di alleviare la loro sofferenza dovuta alla malattia e alla solitudine. Una professionalità ineccepibile che si fonde con un’umanità straordinaria, che dona la forza di andare avanti, tra la paura di non riuscire a guarire tutti e quella di essere contagiati, divenendo un potenziale pericolo anziché la mano che aiuta a combattere la malattia.
Da qui l’iniziativa nata dai medici leccesi per onorare il sacrificio dei colleghi morti sul campo. Come spiega sempre De Giorgi :”Dal 27 di marzo abbiamo deciso che apporremo un fiocco nero sui nostri camici e sul sito istituzionale dell’Ordine dei Medici di Lecce: è il modo per ricordare il nostro dolore, la nostra vicinanza alle famiglie, la dignitosa compattezza della nostra comunità, risorsa decisiva nell’attuale dramma epocale”.
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