LECCE – In questi giorni di paura e angoscia, i ricordi della palla che rotola sul campo di calcio e le emozioni, che ogni tifoso vive durante un match, sembrano lontani anni luce.
Il Lecce non gioca un incontro ufficiale dal primo marzo, quando subì una sonora sconfitta contro il ciclone Atalanta. Da quella partita tanto è cambiato nella vita di tutti noi e anche in quella dei giocatori che provano a tenersi in allenamento nella speranza di poter presto tornare alla normalità.
Il capitano del Lecce, Marco Mancosu, artefice e simbolo di una squadra che in tre anni è riuscita a risalire dall’inferno della serie C fino al paradiso della serie A, ha spiegato sui canali ufficiali dell’Unione Sportiva Lecce come vivono questo periodo lui e i suoi compagni di squadra.
«La situazione non è positiva perché ci manca la normalità della vita di gruppo – afferma il centrocampista sardo – Tutti vorremmo tornare a fare allenamento perché significherebbe che tutto quello che stiamo vivendo e alle spalle».
La società giallorossa da qualche giorno ha rinviato a data da destinarsi la ripresa degli allenamenti, ma lo staff sanitario e atletico del club sta monitorando ogni singolo giocatore in modo degno di una compagine professionista e della massima serie. «Ci sentiamo costantemente con l’allenatore e con lo staff medico e abbiamo avuto le direttive migliori su come allenarci singolarmente. Io ho la fortuna di avere un giardino e quindi posso fare meglio degli esercizi. Comunque siamo professionisti e sappiamo cosa fare per non perdere la tenuta fisica e non prendere chili durante questo soggiorno forzato».
Mancosu in questi giorni nei quali i ritmi giornalieri sono più blandi, si sta dedicando maggiormente alla famiglia. «Io non so cucinare e quindi delego a mia moglie la preparazione del cibo, anche quello tipico della Sardegna. L’importante, come ho detto, è limitarsi nel mangiare per evitare di perdere il peso forma. In casa mi sto dedicando ai figli con cui vediamo molti film».
Il capitano giallorosso, poi, si sofferma su di un altro tipo di film, quello del campionato che ha vissuto prima dell’interruzione. «Il gol più bello è sicuramente quello di Napoli, mentre quello più importante è il gol fatto all’Inter perché avvenuto in un clima particolare. Una partita che vorrei rivivere, per le emozioni che mi ha trasmesso, è quella di San Siro contro il Milan e sono convinto che la più bella partita giocata da Lecce sia quella contro la Lazio all’Olimpico. Pur avendo perso, abbiamo disputato un incontro magistrale e, se dovessimo giocare sempre come in quell’occasione, alla fine conquisteremo la salvezza una volta ricominciato il campionato».
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