LECCE – L’emergenza sanitaria in corso sta mettendo a dura prova il personale sanitario in tutto il Paese. Orari di lavoro massacranti, mancanza di mezzi adeguati in una situazione complicata e in continua evoluzione, mettono a repentaglio la buona salute dei lavoratori.
Dalla Cgil Lecce parte una richiesta formale di intervento a favore del personale dipendente di Asl e Sanitaservice insieme all’invio immediato dei dispositivi di protezione individuale, per la sicurezza di chi presta la propria opera, per tutta la durata di questa emergenza.
“Gli operatori della nostra Asl stanno vivendo momenti drammatici – spiega il segretario provinciale di Fp Cgil Floriano Polimeno – Chiamarli “eroi” può piacere alla politica ed ai social, ma i lavoratori stanno solo facendo il loro dovere: non sono vittime da sacrificare, da sbattere in trincea per fronteggiare il Covid-19. Sono operatori sanitari, professionisti della sanità, ma in primis madri e padri di famiglie, figli e nipoti di potenziali vittime: tutte persone che abbiamo l’obbligo di proteggere”.
La missiva firmata da Floriano Polimeno è stata indirizzata al Prefetto di Lecce, al presidente della Provincia di Lecce, al direttore sanitario e direttore generale della Asl di Lecce e per conoscenza al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
Il numero delle persone positive al Covid-19 sta, purtroppo, aumentando e nonostante il lieve incremento delle persone guarite, continuano a rendersi indifferibili alcuni provvedimenti aziendali. Tra questi l’apertura del Dea con nuovi posti letto dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, l’ampliamento dei posti letto nelle terapie intensive nelle malattie infettive, nel reparto di pneumologia, la riorganizzazione urgente dei servizi anche a livello territoriale, il potenziamento dei i pronto soccorso e del 118. Quest’ultimo è un vero e proprio microcosmo di volontariato e forme di lavoro tra le più disparate e precarie, in molti casi senza alcuna forma di tutela contrattuale, denuncia Cgil.
“In questo momento non è possibile fare distinzioni: occorre proteggere tutti loro – afferma senza mezzi termini Polimeno – Ognuno di questi lavoratori deve essere dotato di idonei dispositivi di protezione individuale come maschere, camici/tute, visiere, occhialini ed altro ancora. Non è possibile consentire nella sanità pubblica l’uso di strumenti fatti in casa e improvvisati, addirittura spesso “riciclati”, riutilizzati per più pazienti o per diversi giorni. Chi non fa nulla per impedire questo andazzo sa di far male alla comunità, di arrecare danno alla sanità salentina: un comportamento di cui chiederemo conto nelle sedi e nei tempi opportuni”. I Dpi (dispositivi di protezione individuale) indispensabili per tutti gli operatori sanitari vengono centellinati ogni giorno e risultano insufficienti per tutte le procedure clinico-assistenziali svolte dai vari operatori.
Diverse le segnalazioni al sindacato da parte dei lavoratori della sanità su circolari “delle farmacie ospedaliere o disposizioni provenienti da direttori di strutture o di capi dipartimento che vincolano e restringono in modo “criminoso” l’utilizzo dei Dpi. Raccogliamo quotidianamente notizie di vessazioni, imposizioni, rimproveri sulle modalità di utilizzo dei Dpi”. Nei reparti, pronto soccorso, centri trasfusionali e addirittura nelle sale operatorie, molti operatori sono costretti a postare servizio senza alcun dispositivo di sicurezza oppure con “con soluzioni posticce e pericolose per l’incolumità degli operatori e dei pazienti”.
Registrato anche un dato preoccupante secondo il quale fino al 13 marzo, i Dpi assegnati nel dipartimento “118” non erano a norma. Dopo questa data l’Azienda ha provveduto alla distribuzione di dispositivi idonei seppure in quantità molto limitate. Al momento non sono disponibili nuovi Dpi in tutta la Asl e dove presenti “sembrano totalmente inappropriati, non garantiscono la tutela dell’operatore sanitario, né quella della persona che ha bisogno di assistenza e cura”.
La protezione è finalizzata alla limitazione del contagio, diventa perciò prioritario intervenire soprattutto nelle postazioni di maggiore esposizione.
Pertanto è stata fatta richiesta urgente dalla segreteria provinciale di Cgil di “istituire un protocollo operativo che preveda il cosiddetto “tampone” o altra attività che certifichi la negatività al Covid-19 per tutti gli operatori della ASL (sanità pubblica e Sanitaservice). È evidente la necessità di preservare al meglio l’apparato della Sanità salentina dal rischio di contagio”.
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