BARI – La situazione è drammatica. Ed è destinata a peggiorare ulteriormente . L’allarme è stato lanciato dall’Assoap (Associazione strutture socio assistenziali pugliesi) che accende un faro sui problemi che sono costretti ad affrontare i gestori e gli operatori sociali delle strutture residenziali di assistenza (Rsa, Rssa, Rsaa, Case di Riposo, Comunità alloggio, Case per la Vita, Crap, e via discorrendo). “Queste strutture – si legga in una lettera inviata al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – già per definizione, sono rivolte alle persone più fragili e maggiormente soggette ad alto rischio di mortalità a seguito di contagio con il Covid-19”. C’è di più. “Il concetto di quarantena o di isolamento “non sono applicabili in tutta la loro estensione a tali tipologie di strutture, nelle quali il lavoro, generalmente, è svolto tramite più turni quotidiani e deve, necessariamente, essere consentito l’accesso ad operatori sanitari esterni (medici di medicina generale degli ospiti, medici specialisti della Asl, servizio 118, eccetera eccetera). Due aspetti che fanno da apripista ai problemi seri e gravi con cui hanno a che fare le Rsa. A cominciare dal fatto che le diverse centinaia di assunzioni d’infermieri e operatori socio sanitari da parte degli Ospedali pubblici, concentrate nell’ultima settimana, “in qualche caso, hanno sottratto la quasi totalità del personale impegnato nelle nostre comunità, costringendo, il personale rimasto a dei turni massacranti per garantire un minimo di assistenza agli ospiti. Temiamo che nei prossimi giorni sarà peggio. Tale circostanza è aggravata da un’altra causa che ha determinato carenza di personale: tutte le strutture hanno personale assente momentaneamente (per almeno 14 giorni) per quarantene obbligatorie o cautelative. Abbiamo ridotto i servizi al minimo, ma non possiamo resistere ancora a lungo”.
C’è un altro aspetto che non convince affatto. Il direttore del Dipartimento alla salute della Regione Puglia ha disposto la sospensione dei ricoveri nelle strutture extra-ospedaliere, ad eccezione di quelli provenienti dagli ospedali che possono avere accesso solo nelle strutture contrattualizzate con il Servizio sanitario regionale. “E’ una scelta non condivisibile e pericolosa – affermano i rappresenti dell’Associazione – visto che è proprio negli ospedali che troviamo i maggiori focolai di Covid-19. Di contro non possiamo dare sollievo ad anziani, disabili e altre persone fragili che magari vengono da un naturale isolamento domestico (anche di mesi, se non di anni), e che proprio in questo momento hanno perduto la loro rete assistenziale domiciliare e hanno un disperato bisogno di assistenza di tipo residenziale”.
Altra nota dolente è rappresentata dall’assoluta mancanza di dispositivi di protezione individuali. “Sono settimane che risultano introvabili. Le nostre scorte sono finite, li abbiamo richiesti alle farmacie ospedaliere, alla Protezione Civile, senza risultato. Cosa dobbiamo fare Presidente, fabbricarli da noi? Possiamo forse farlo con le mascherine chirurgiche (e forse qualcuno ci denuncerà anche per questo), magari disinfettarle e riusarle, ma non possiamo farlo coi guanti, coi camici monouso, con gli occhiali protettivi, con i copri-calzari monouso, eccetera. A chi ci dobbiamo rivolgere? Presidente, non vogliamo credere che sia una scelta quella di far pagare il maggior costo umano in termini di vittime agli ospiti delle nostre Comunità, come, purtroppo, sta accadendo oggi nelle regioni più colpite”. Un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato da titolari e gestore delle strutture socio assistenziali pugliesi al quale il Governatore pugliese non potrà non dare una risposta.
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