LECCE – “Buonasera a tutti, avendo già ascoltato diverse fandonie sul mio conto, sulla mia famiglia, e sulla nostra attività mi sento in dovere di raccontarvi la verità di come si sono svolte le cose e questa è l’unica piattaforma in questo momento che riesce a darci voce. Mio marito è ricoverato da questa notte al reparto infettivo di Galatina con una polmonite bilaterale interstiziale e un tampone positivo al Covid-19. Ha iniziato ad accusare la sera di domenica 8 marzo un forte raffreddore, mal di testa e una sensazione di debolezza, niente febbre, in via precauzionale siamo rimasti a casa, lasciando le attività in mano ai nostri fidatissimi dipendenti”. Comincia così il post pubblicato su facebook dalla moglie del titolare di una pizzeria di Lecce che racconta le traversie che la famiglia ha dovuta affrontare tra telefonate al 118, al medico di fiducia e tanti altri tentativi (“ho fatto la trafila ai numeri preposti, di volta in volta, tutti ci dicono che non ci sono i presupposti per fare un tampone perché sembrerebbero sintomi influenzali. Ancora chiamo il medico di famiglia, il telefono sempre spento, dopo ore risponde, dice di stare tranquilla, dice che sono ansiosa, io insisto dico ho due bambini, niente”). Fino a quando, dopo numerose insistenze, gli operatori sanitari si sono recati a casa della coppia anche perché nel frattempo era stata la pediatra della figlia (“devo dire grazie se abbiamo preso in tempo la polmonite che tutti per telefono scambiavano per influenza”) a far scattare l’allarme. “E’ stata lei a dirmi – spiega la donna – che mio marito aveva molte probabilità di essere stato contagiato, che la saturazione non escludeva una polmonite in atto”, invitandola dunque a chiamare il 118 e far andare il coniuge in ospedale. Dopo varie insistenze il personale sanitario ha provveduto a trasferire l’uomo al nosocomio. “Non avrei mai voluto avere ragione, nessuno mi ha ascoltato. Purtroppo la tac sin dà subito ha confermato la polmonite e questa mattina é arrivato il risultato che é positivo. Immediatamente ho contattato tutti dipendenti. Ora ho la febbre anche io e mia figlia. Mio figlio il grande fortunatamente ancora no, siamo isolati, mi sento sola, il tampone ancora nulla”.
Si tratta del primo caso di covid-19 accertato nella città di Lecce.
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