Sanremo è finito così come era iniziato, con trash e colpi di scena. Non ci siamo ancora ripresi dal divorzio Bugo-Morgan, che ecco che SkyTg24 pensa bene di anticipare il verdetto del Festival, di ben 45 minuti. Che ad un certo punto si fosse intuito che i posti erano già stati scelti, lo avevamo colto grazie all’urlo di vittoria proveniente dal backstage, prontamente nascosto da Fiorello. Ma almeno avere la soddisfazione dopo ore di attesa e tweet, di scoprire in diretta il podio, sarebbe stato carino nei confronti nostri e di Amadeus.
Ma andiamo con ordine: a vincere la 70° edizione del Festival di Sanremo, è il tarantino Antonio Diodato con la sua “Fai rumore”, che si aggiudica anche il premio “Mia Martini” e quello “Lucio Dalla”. Premio per il miglior testo a Rancore con la sua “Eden”, e premio alla miglior composizione musicale a Tosca per “Ho amato tutto”. Secondo classificato Francesco Gabbani e terzi i Pinguini Tattici Nucleari (che pare abbiano adottato 100 pinguini veri per festeggiare il loro Sanremo).
Una lunghissima serata quella di ieri, che all’inizio è scivolata via piacevolmente, un artista dopo l’altro senza troppe interruzioni e con ospiti dalle tempistiche misurate.
Con un Fiorello che ha praticamente improvvisato tutto lo spettacolo e un Amadeus in parrucca, che ormai ha fatto suo il motto “ognuno fa ciò che vuole“. E’ anarchia pura, e si nota, non solo per le tempistiche dilatate, ma anche per la mancanza di coordinazione fra le vallette Diletta Leotta, Sabrina Salerno, Francesca Sofia Novello.
Da Mara Venier che si rifiuta di scendere le scale con i tacchi alti (imitata poi anche da Tosca), a Piero Pelù che con la scritta “sei molto di più” sul petto nudo, ruba la borsetta ad una signora del pubblico e la fa roteare in giro per poi commentare “io non ne so niente“.
Da Riccardo Zanotti (il cantante dei Pinguini) che decide bene di giocare con il pubblico, e rubare un bacio leggero a Mara Venier, ad Achille Lauro che sfoggia uno dei look più iconici di sempre: quello da Regina Elisabetta I. Anche se dimenticheremo presto la sua canzone, di sicuro ricorderemo i suoi costumi.
E dopo aver superato emotivamenti indenni il medley finale di Tiziano Ferro, che propone un monologo sulla felicità per i suoi 40 anni (da festeggiare con un tour e un documentario Amazon Prime), riusciamo a sorridere anche per Elettra Lamborghini che, cosciente di non poter raggiungere la parte alta della classifica, si scioglie ed osa, ballando anche con il direttore d’orchestra e rischiando di rendere un po’ troppo memorabile la sua performance a causa della profonda scollatura del suo abito, che non la contiene.
Tra una frecciatina e l’altra di Fiorello a Morgan e Bugo, all’1 si sono esibiti tutti e 23 i cantanti e al pubblico non pare vero. Serpeggia la voce che saremo tutti a domire prima dell’alba ma la vocina nella testa che sussurra “quando arriva il monologo da 40 minuti?” non si spegne. E dopo l’esibizione del super ospite Biagio Antonacci, assistiamo ad un altro momento trash, con Fiorello e un legnoso Amadeus che ballano un lento.
Questo sipario da “dobbiamo prendere tempo”, ci illude che siano saltati tutti gli altri ospiti previsti, che invece dopo la pubblicità, ci ritroviamo inseriti uno dopo l’altro: avevamo davvero bisogno di vedere Angela Finocchiaro, Christian De Sica, Diego Abatantuono e Massimo Ghini vestiti da novelli Cugini di Campagna per la promozione del loro ultimo film “La mia banda suona il pop”? Non alle 2 di notte.
E lo stesso vale per il medley del tenore Grigolo, o per il balletto di Diletta Leotta che canta una “Ciuri, Ciuri” sulle note di un brano di Eminem. Trash puro.
Un orario davvero troppo tardo anche per l’esibizione del ballerino affetto da sla, Ivan Cottini, che usa la danza per informare e sensibilizzare sulle tematiche inerenti la sua malattia.
Fiorello ci conferma un Amadeus bis per il 2021, facendoci già presagire i futuri picchi trash ai quali assisteremo.
La quinta serata del Festival sembra infinita: il tempo si dilata, mentre su Twitter circola la notizia della vittoria di Diodato diffusa da Sky. Quando vediamo confusione e panico sul palco, capiamo che le cose sono fatte: e dopo il terzo posto ai Pinguini e l’assegnazione dei vari premi della critica, ecco che Diodato viene incoronato vincitore, confermando la profezia di Sky.
Alla fine cosa rimane da dire? E’ stato un Festival involontariamente trash (che poi è il trash più divertente). Le premesse, erano quelle di un Festival impegnato, che volesse dire qualcosa sia sul fenomeno del femminicidio che sulla libertà di espressione. C’è riuscito? Nì. Di sicuro è stato un Festival “fresco”, che non ha mai gridato allo “scandalo”, con presenze di vero “drama” (come nelle soap opere), e anarchia ovunque.
Purtroppo la vera grande pecca è che una gara canora, viene affossata dalla presenza di tanti ospiti dai tempi prolissi. Lamentavamo le lungaggini dei duetti di Baglioni, ma con gli ospiti di Amadeus e le canzoni di Tiziano Ferro non ci è andata meglio. La speranza è che se confermato, l’anno prossimo Amadeus mantenga i punti vincenti: l’autoironia e la capacità di sdrammatizzare, ma che abbia anche un polso più fermo nella gestione delle cose.
Chi è sul palco deve sapere cosa fare, altrimenti diventa tutto troppo pesante da guardare. Un elogio va alla scelta delle canzoni: tutte abbastanza orecchiabili e non concentrate solo sul tema amoroso. Viva la varietà.
In attesa di smaltire mentalmente tutto questo trash nostrano, aspettiamo l’arrivo del 16 maggio per vedere la partecipazione di Diodato all’Eurovision Song Contest, la più importante kèrmesse canora internazionale. L’anno scorso con Mahmood abbiamo conquistato il secondo posto, chissà dove ci porterà Diodato.
Facebook
Instagram
RSS