Ci risiamo. Il Festival di Sanremo 2020 si è inaugurato ieri sera con una lunga serata (terminata intorno all’1.30) di Mentaniana memoria, ed ha monopolizzato le televisioni (e i telefoni) di tutta Italia.
Quattro nuove proposte si sono sfidate vedendo vincitori la giovanissima Tecla a scapito degli Eugenio in Via di Gioia, e di Leo Gassman su Fadi. Altri quattro si contenderanno il posto in semifinale questa sera.
Bella la musica, le luci, gli abiti, gli ospiti, ma i veri protagonisti del Festival, anche quest’anno, sembrano essere gli spettatori.
Ci sono spettacoli, eventi, avvenimenti che scatenano l’opinione pubblica, e Sanremo è uno di questi. Sarà il gusto per il trash, per il nazional-popolare, per la passione per le canzoni d’amore sanremesi, ma Sanremo riesce a catalizzare, soprattutto su Twitter, la parte peggiore e migliore degli spettatori italiani.
E il Festival di quest’anno non è da meno; dai commenti sugli abiti a quelli sulla scenografia, dalla reazione alle nuove proposte alle battute sulle vecchie glorie della musica, il popolo dei social si è scatenato dando vita a meme, battute, critiche e applausi a scena aperta. Senza dimenticare l’immancabile ovazione all’adorato Beppe Vessicchio, in sala e su internet.
Un Fiorello mordi e fuggi, dalla battuta pronta che continua a lanciare frecciatine ad un Amadeus evidentemente emozionato, ha portato un po’ di pensiero comune sul palco “La classifica la facciamo annunciare direttamente ad UnoMattina“.
Una ironica Diletta Leotta propone un monologo sulla bellezza che risulta un po’ forzato, ma tutto sommato piacevole, diretto ad una nonna che è divenuta subito la beniamina di internet:
La giornalista Rula Jebreal, un po’ inizialmente impacciata con le presentazioni riesce invece a commuovere tutti con il suo monologo sulle parole e la violenza sulle donne, raccontando la propria straziante storia personale “Chiedetevi pure come era vestita la Jebreal. Ma che non si chieda mai più ad una donna che è stata stuprata come era vestita lei quella notte.”
La quota pugliese sul palco dell’Ariston è stata rispettata con i sempreverdi Albano e Romina, presentati dalla figlia Romina Carrisi e dal loro ultimo singolo scritto da Malgioglio, altro idolo del web.
Beniamini del pubblico Achille Lauro e la sua sfacciata voglia di stupire, a metà fra un Renato Zero d’altri tempi e Jennifer Lopez al Super Bowl, Tiziano Ferro commosso e imperfetto che ha intenerito più di un cuore, ed il duetto fuori concorso di Gessica Notaro e Antonio Maggio, sulle note ben riconoscibili di Ermal Meta.
Un Festival che strizza più di un occhio alla questione della violenza sulle donne, ma che non risulta del tutto convincente: un po’ perchè a pensar male ci si azzecca, e si potrebbe dire che sia una risposta alle incredibili polemiche scaturite da una gaffe (quasi ripetuta durante la serata) del presentatore Amadeus, un po’ perchè i tempi eccessivamente dilatati, hanno reso dispersivo l’andamento della manifestazione. Buoni gli spunti, ottime le intenzioni, ed è sempre un bene comunicare certe tematiche attraverso questi “canali popolari”, perchè è possibile arrivare ad un grande numero di persone in tutto il mondo.
Ma quanto sarebbe stato interessante sentir condannare da parte di tutti la violenza in ogni sua forma? Perchè lo sappiamo bene, le vittime sono vittime sempre. La violenza non ha sesso, età, etnia, religione.
Bella l’esibizione della seconda quota pugliese, quella di Emma Marrone che dimostra nonostante i suoi recenti problemi di salute, di avere una forza e una grinta invidiabili. E anche un sacco di gel nei capelli.
Troppo lunga la camminata all’esterno, che ha ricordato molto il concerto di Capodanno classicamente presentato proprio da Amadeus. Non possiamo parlare per quello in sala, ma il pubblico su internet si addormenta facilmente.
E, a proposito di sala, tanti, troppi, gli “urlatori” che tra complimenti a Rita Pavone e interruzioni alla Leotta, hanno intervallato la lunghissima prima serata.
Per ora in classifica primeggiano Le Vibrazioni, ma questa sera ci aspettano la seconda metà dei big. Intanto su Twitter si affilano gli hashtag #Sanremo2020 e #Sanremo70 aspettando di decidere chi vincerà il primato del trash, o quello della simpatia.
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