SAN VITO DEI NORMANNI (BRINDISI) – Venti ordinanze di custodia cautelare – emesse dal gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura di Brindisi – sono state eseguite questa mattina dai carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni.
Le indagini sono partite in seguito ad una denuncia per tentata estorsione da parte di un imprenditore carovignese nei confronti di Armando Caccetta, il quale gli aveva richiesto una somma in denaro, vantando, in maniera pretestuosa, un debito di 500 euro. Anche grazie al supporto di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pedinamenti, è stata smascherata l’esistenza di una fitta trama tra numerose persone dedite alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, tra i comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni, nonché alle estorsioni ai danni di locali imprenditori. Oltre all’estorsione tentata nei confronti di Jacopo Russo, infatti, è stato possibile documentare ulteriori tentativi di estorsione da parte dello stesso Caccetta, nonché di Giovanni Saponaro, Cosimo Saponaro e Francesco Leo nei confronti di liberi professionisti e commercianti di Carovigno.
Per questi episodi sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere Armando Caccetta, 36 anni, di Ostuni, Saverio Di Gioia, 29 anni di Mesagne, Alessio Di Latte, 32 anni, di Ostuni, Christian Ferri, 31 anni, di Brindisi, Francesco Leo, di 49 anni, di Isola Capo Rizzuto, Vincenzo Monna, 36enne di Cisternino, Angelo Saponaro, 30 anni, di Cisternino, Cosimo Saponaro, 29 anni, di Ostuni, Giovanni Saponaro, 57enne di Carovigno, Cosimo Saponaro, 59 anni, di Ostuni, Mirco Scatigna, 25 anni, di Ostuni, Giuseppe Suma, 36 anni, di Ostuni, Francesco Turrisi, 43 anni di Ostuni, Pietro Venerito, 28 anni, di Ceglie Messapica. Ai domiciliari sono finiti invece Catia Cardone, 33 anni, di Ostuni, Lucia Nicol Moore, inglese di 21 anni. E’ stato, inoltre, disposto l’obbligo di dimora nei confronti di Maria Belvedere Greco, 46 anni, di Carovigno. Infine, due indagati sono, allo stato, irreperibili ma le loro ricerche sono tuttora in corso.
Nelle indagini è coinvolto anche Antonello Zurlo, Appuntato Scelto in servizio presso la Compagnia dei Carabinieri di San Vito dei Normanni, sottoposto alla misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio/servizio per un anno, perché in cambio di denaro avrebbe fornito a Francesco Turrisi informazioni riservate circa le indagini in corso. Alcuni degli indagati, inoltre, hanno dimostrato di essere in stretto connubio con il tessuto malavitoso locale, riuscendo a disporre illegalmente anche di armi, che tranquillamente portavano fuori dalla loro abitazione, facendone anche uso.
Un ruolo di primo piano nell’organizzazione era ricoperto da Armando Caccetta e da Giovanni Saponaro, uno dei dirigenti della squadra di calcio del Carovigno, ritenuto dagli inquirenti responsabile di estorsioni ai danni di imprenditori locali e capace anche di gestire e coinvolgere nell’attività di spaccio, ragazzi minorenni.
Nel corso dell’indagine, grazie ai sequestri di cocaina, marijuana e hashish ed agli arresti in flagranza di reato effettuati, è emerso il coinvolgimento nell’attività di spaccio di Alessio Di Latte e di Catia Cardone che erano soliti raggiungere gli acquirenti a bordo della propria auto dopo essersi riforniti della droga, nascosta in luoghi isolati di campagna (all’interno di alberi di ulivo o di muretti a secco, in punti chiave di campagne abbandonate). Inoltre, con lo stesso modus operandi, è emerso il coinvolgimento di Cosimo Saponaro, Lucia Nicole Moore, Christian Ferri, Vincenzo Monna, Giuseppe Suma, Angelo Saponaro, Korado Shakini e Mirco Scatigna, quest’ultimo aiutato dalla propria madre Maria Greco, nell’attività di spaccio. È stata inoltre documentata la spartizione territoriale dell’attività di spaccio che, per quanto riguarda la zona di San Vito dei Normanni, era gestita da Savio Di Gioia e da Francesco Turrisi. Una spartizione che ha innescato notevoli tensioni all’interno del gruppo criminale culminate con l’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco da parte di Savio Di Gioia all’indirizzo dell’abitazione di Cosimo Saponaro.
Sempre nel corso dell’attività d’indagine svolta dai carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, grazie all’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, è venuto alla luce un sistema di assunzioni fittizie di operai, finalizzate al conseguimento del contribuito di disoccupazione che veniva spartito con il datore di lavoro. Al termine delle indagini – nelle quali sono stati eseguiti anche accertamenti bancari, societari e tabulati forniti dall’Inps di Ostuni e Francavilla Fontana – il gip del Tribunale di Brindisi ha emesso decreti di sequestro per un importo complessivo di circa 35.000 euro.
Facebook
Instagram
RSS