LECCE – I giovani si mobilitano e scendono in piazza, anche a Lecce. I “gretini”, così malamente apostrofati dagli haters, hanno risposto all’appello di comitati studenteschi e attivisti di “Fridays for Future”, movimento ispirato da Greta Thunberg, che solo qualche giorno fa ha commosso il mondo con il suo accorato monologo a sostegno dell’ambiente.
Studenti e non si sono riversati nelle piazze e nelle strade di oltre 180 città italiane e 27 paesi al mondo. A Lecce il lungo corteo partito da Porta Napoli alle ore 9, ha preso il via con la sfilata dei bambini delle scuole materne accompagnati da maestre e nonni, seguiti dagli studenti delle scuole dell’obbligo, superiori e università.
E’ il terzo sciopero organizzato quest’anno dopo quelli del 15 marzo e 24 maggio e conclude la settimana di manifestazioni per il clima indetta da “Fridays For Future” in tutto il mondo, cominciata venerdì 20 settembre. Manifestare il dissenso verso l’emergenza climatica che incombe in modo sempre più grave sul nostro pianeta, questo lo scopo.
I comitati studenteschi tra i quali Unione degli Studenti, Link Lecce – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza, spiegano che non è una manifestazione organizzata per colpire un dato ministro e non ha connotazioni politiche. E’ l’esigenza di dar voce alla preoccupazione, legittima, di veder bruciare terra e futuro, già fortemente compromessi.
Il Global Strike ha coinvolto oltre un milione di persone in tutto il Paese nonostante le forti critiche di una parte della classe politica e di alcuni cittadini persuasi, più che altro, dall’idea si tratti solo di una moda passeggera o peggio, una scusa bella e buona per marinare la scuola.
Un fiume coloratissimo di ragazzi ha invaso le strade del centro storico di Lecce, ma anche a Tricase, Maglie, Nardò e nei maggiori centri del Salento la partecipazione è stata notevole.
Slogan in italiano, in inglese, cartelli variopinti che reclamano e pongono l’attenzione sulla necessità di salvaguardare l’ambiente e permettere anche alle generazioni future, di poterne goderne appieno.
Dalla parte dei manifestanti anche il Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che ha permesso alle scuole di poter considerare giustificabile l’assenza degli studenti per l’adesione allo sciopero.
Un urlo gentile, ma potente di chi rivendica il diritto di essere parte e di coinvolgere la totalità delle persone, di un piano di riconversione ecologica che possa creare le basi di un futuro sostenibile per tutti.
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