LECCE – “Siamo stanchi di subire soprusi”, I commercialisti sbottano. Puntano l’indice contro il governo e proclamano, per la prima volta, uno sciopero. Questa mattina, all’Hotel Tiziano, sono state illustrate le iniziative che saranno adottate in vista dello sciopero dei commercialisti, indetto per lunedì 30 settembre «allo scopo di stigmatizzare la manifesta e continua sordità del Ministero dell’Economia e Finanze alle tematiche di civiltà tributaria che i sindacati di categoria pongono alla base della loro protesta».
I professionisti incroceranno le braccia ed avvieranno una protesta unanime su iniziativa di tutte le sigle sindacali di categoria e con il sostegno anche del Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Sono molteplici le motivazioni alla base dello sciopero: il mancato rispetto dello Statuto dei diritti del contribuente, il caos creato con gli indici sintetici di affidabilità (Isa) ed il mancato accoglimento della richiesta di disapplicazione degli stessi indici per l’anno 2018 o, in subordine, la possibilità di renderli facoltativi. Ma anche la mancata semplificazione degli adempimenti, da tempo promessa da tutte le forze politiche, ma mai concretamente attuata.
Sono quattro le richieste avanzate, da affrontare con urgenza: disapplicazione, o applicazione facoltativa, degli Isa per l’anno 2018; sistematica consultazione, nella formulazione di norme in materia di competenza della categoria, delle sigle sindacali e del Cndcec; concreta semplificazione e riduzione degli adempimenti; osservanza, senza eccezioni, delle disposizioni dello Statuto dei diritti del contribuente.
All’incontro con i giornalisti sono intervenuti: Giovanni Santoro, consigliere nazionale Aidc; Davide De Giorgi, consigliere nazionale Unagraco; Maurizio Renna, presidente nazionale probiviri Ungdcec; Daniel Cannoletta, presidente provinciale Aidc Lecce; Gianluca Romano, presidente Unagraco Lecce e Nadia Gala, presidente Ugdcec di Lecce.
«Chiediamo che le istituzioni percepiscano e comprendano il disagio nostro e dei contribuenti che rappresentiamo – dicono all’unisono i commercialisti – Ci auguriamo che il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, avvii una seria concertazione: le nostre competenze sono al servizio del sistema Paese. Il Governo, con il suo silenzio – evidenziano i commercialisti – si assume la responsabilità politica della violazione dei diritti del Contribuente insita nella modalità di introduzione dello strumento degli Isa e, più in generale, nella gestione attuale dei rapporti tra erario e contribuente. Non possiamo ulteriormente prestarci ad essere considerati mero strumento di riscossione quando si palesa l’esigenza di incremento del gettito tributario”
I commercialisti rivendicano “un ruolo attivo nella costruzione di un nuovo contesto normativo tributario. La nostra protesta mira ad ottenere due risultati che definiamo pilastri di un nuovo rapporto Stato-cittadino: in primo luogo, la piena e vera attuazione dello Statuto del contribuente, con veri poteri ai Garanti del contribuente di inibire l’applicazione di norme vessatorie. Secondo aspetto, la realizzazione di un leale rapporto tra Stato e professionisti esperti e qualificati, in materia tributaria, ogni norma nuova dovrà essere concertata con le rappresentanze di categoria, così come avviene normalmente per ogni altra relazione industriale o sociale”.
Unanime anche la conclusione dei rappresentati sindacali: «Non intendiamo fermarci. Non accetteremo misure palliative o incontri puramente formali. Siamo parte integrante del sistema e come tale rivendichiamo l’attiva partecipazione come diritto di categoria».
Il Movimento popolare leccese (Mpl) si associa, a difesa dei contribuenti, alla protesta dei commercialisti condividendo lo sciopero proclamato per il 30 settembre; per la stessa ragione si sono uniti all’iniziativa gli avvocati tributaristi che incroceranno le braccia invece dal 1° al 7 ottobre prossimi.
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