LECCE – Un confronto sereno, pacato, lontano anni luce dalle urla e dagli strepitii sui media e sui socia del recente passato. Non è solo cambiato il governo, ma è cambiato il clima a Palazzo Chigi e dintorni. Probabilmente è cambiato anche il modo di approcciarsi ai problemi di Giuseppe Conte, al suo secondo mandato da premier. Oggi il presidente del Consiglio si è presentato all’appuntamento con le Giornate del Lavoro organizzate dalla Cgil, primo presidente ad accettare l’invito. E dal palco del teatro Apollo apre e si apre con il più forte sindacato nazionale con i suoi 5 milioni di iscritti.
Al centro dei lavori resta il nodo del progetto delle autonomia differenziata. Conte richiama l’articolo 3 della Costituzione. E parla esplicitamente di dignità sociale: “Occorre rimuovere gli ostacoli che impediscono a tutti i cittadini, a parità di chance, di concorrere alle opportunità politiche, culturali, sociali ed economiche di questo Paese”.
Conte prefigura un Piano straordinario per il Sud. Invoca, in particolare, una fiscalità di vantaggio per le imprese meridionali per rilanciare il Mezzogiorno. “Occorre fare sistema”, afferma il premier che ricorda i Contratti integrati di sviluppo, un progetto che potrebbe dare ossigeno al nostro territorio. Una dichiarazione che appare quasi come una risposta indiretta alle argomentazioni del segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini: “Non è vero che le risorse non ci sono. A volte mancano invece gli strumenti e la programmazione per utilizzarle al meglio”. E questa è sicuramente una delle note dolenti del Meridione d’Italia. Ma una cosa è certa: “Il rilancio del Paese passa dal Mezzogiorno d’Italia”. E su questo aspetto sono tutti concordi.
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