TARANTO – Giorgio, Syria, Ambra, Alessandro, Domenico. Sono solo alcuni dei nomi dei bambini e dei giovani che hanno perso la vita a Taranto, a causa di un tumore. Troppo presto e troppo in fretta.
Semplici nomi, scelti con amore e tanta speranza dai propri genitori, nomi che ora rischiano di diventare alcuni dei tanti tra le migliaia di persone che continuano a morire per l’inquinamento ambientale nella provincia pugliese.
Per ricordare queste e le altre vittime, l’associazione “I genitori tarantini” che riunisce mamme e papà orfani dei loro figli, ha organizzato una fiaccolata che si svolgerà lunedì 25 febbraio alle ore 18, in occasione del trigesimo di Giorgio, un ragazzo di 15 anni che “amava il mare, la pesca e i motori, e voleva vivere”.
Sulla loro pagina Facebook ( Genitori Tarantini ), i genitori di Taranto stanno raccogliendo le testimonianze delle tante (troppe) famiglie che hanno perso qualcuno a causa di questo tremendo male. E lo fanno ricordando le piccole cose che rendevano speciali ed uniche queste persone: il grande amore di Syria per Alessandra Amoroso, Alessandro che desiderava il meglio per la sua adorata città, Roberta e la sua passione per i gatti, Ambra che chiedeva solo un costumino nuovo per l’estate, e Domenico che non è riuscito a ricevere la sua pergamena di laurea in informatica, prima di volare via.
Piccoli frammenti, piccoli anelli di una lunghissima catena che ogni giorno aggiunge un pezzo alle sue maglie: un grido di dolore che si alza da una terra straziata che rischia di accartocciarsi sotto il peso dell’assenza.
“Abbiamo scelto il 25 febbraio perché allora sarà trascorso un mese da quando Giorgio ci ha lasciato. È una data che si aggiunge a tutte le altre che hanno segnato le nostre vite con un immenso e indescrivibile dolore“. Dichiara Massimo Castellana, responsabile dell’associazione “Genitori tarantini” all’Agenzia Dire.
“Chiunque può venire a eccezione dei politici – continua Castellana – loro devono restarne fuori. Devono ragionare su quanto decidono nelle stanze del potere, non venire qui per fare sfilate. Non li vogliamo“.
E mentre i casi di malattia continuano ad aumentare, nuovi sconcertanti conferme vengono portate alla luce: è notizia di pochi giorni fa, che ben nove ettari delle note “collinette ecologiche” create negli anni ’80 per “schermare” il quartiere Tamburi dalle polveri velenose dei parchi minerari, si sono rivelate essere delle enormi discariche di rifiuti tossici industriali, a cielo aperto. Montagne di rifiuti pericolosi che circondano da anni case, campi da calcio, scuole.
Terreni irrimediabilmente inquinati con sostanze tossiche, con sopra fattorie, agricoltori, cittadini ignari di ciò che veniva realizzato intorno a loro.
Una vera e propria offesa collettiva, un insulto alla vita di centinaia di migliaia di persone.
C’è bisogno di indignarsi per tutte queste evitabili morti, per tutto questo evitabile dolore.
Il 25 febbraio accendiamo una luce per gli “angeli” di Taranto, ma accendiamola soprattutto per noi, perchè ci ricordi ogni giorno che la dignità e la salute, sono diritto di tutti.
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