SANTA CATERINA DI NARDO’ – Sono 29 gli interventi su opere pubbliche e di pubblico interesse (realizzazione o manutenzione) finanziati dalla Regione Puglia e tra questi c’è anche quello di messa in sicurezza del costone roccioso di Santa Caterina sito su lungomare Cantù nei pressi della Madonna dell’Alto. Il contributo concesso al Comune di Nardò ammonta a 100 mila euro (la Regione ha messo a disposizione complessivamente 1 milione 490 mila euro) e servirà appunto ad assicurare le condizioni di sicurezza per il transito in un tratto fortemente instabile, da cui in passato si sono staccati blocchi rocciosi di dimensioni più o meno grandi. L’intervento, oltre agli aspetti ambientali, assume notevole importanza per la presenza nel costone della grotta di Capelvenere, che ha particolare interesse storico,archeologico e paleontologico.
“Consideriamo questo finanziamento – evidenzia l’assessore all’Ambiente Mino Natalizio – il primo, importantissimo, step di un percorso più complessivo attraverso il quale vorremmo riqualificare questo tratto di litorale a Santa Caterina, che oltre ad essere un profilo meraviglioso della nostra costa, costituisce un accesso molto frequentato al parco di Portoselvaggio. È chiaro che è urgente mettere in sicurezza il costone, che è fisiologicamente poco stabile. Un intervento significativo anche per la presenza della preziosa grotta di Capelvenere. Cercheremo di fare in fretta e salvaguardare un altro gioiello della costa neretina”.
Questo ammasso roccioso, alto una quarantina di metri, è costituito da una formazione calcarea fortemente fratturata, i cui cedimenti interessano inevitabilmente anche la sede stradale e la scogliera sottostante. Spesso, a seguito della caduta di alcuni massi, si sono resi necessari sia il transennamento di una porzione del costone, sia il divieto al transito veicolare e pedonale. Negli anni a cavallo del 1999 e il 2002 fu progettato dall’amministrazione comunale un intervento complesso di messa in sicurezza e consolidamento dell’intero tratto di costa il cui costo fu stimato in poco più di 3 miliardi delle vecchie lire e che non fu mai effettuato. Una piccola parte di questo costo avrebbe dovuto essere coperta da un finanziamento ministeriale di 140 mila euro concesso successivamente, il cui utilizzo però era condizionato alla realizzazione complessiva dell’intervento (la somma è stata infatti restituita dal Comune di Nardò).
Questo nuovo progetto, calibrato sulla messa in sicurezza del costone, prevede nello specifico una serie di indagini preliminari (anche mediante drone) finalizzate ad acquisire informazioni compiute sullo stato del versante. Successivamente si procederà con il cosiddetto “disgaggio” dei massi inequilibrio precario, tramite intervento manuale o l’utilizzo di agenti chimici espansivi e allargatori idraulici. Quindi sarà installato sui settori maggiormente a rischio un rivestimento corticale costituito da reti metalliche integrate e, dove necessario, sistemi di rafforzamento composti di funi in acciaio e chiodature armate.
L’obiettivo dell’amministrazione comunale, una volta messo in sicurezza il costone, è quello di reperire risorse utili a riqualificare interamente il tratto di costa in corrispondenza della Torre dell’Alto, che rappresenta uno dei più affascinanti accessi al parco di Portoselvaggio.
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