OTRANTO – Martedì 30 ottobre, alle ore 17, al Castello Aragonese di Otranto, verrà presentato il libro di Alice Zannoni “L’arte contemporanea spiegata a mia nonna” (Nfc Edizioni), il caso editoriale che sta riscuotendo un grande consenso tra il pubblico e che sta solleticando la curiosità anche dei più avversi all’arte contemporanea. L’autrice – in conversazione con Annamaria Gustapane, promotrice dell’iniziativa – racconterà l’avventura intrapresa con nonna Zita nel Castello di Otranto dove è in corso la mostra “dettagli&dettagli” del fotografo Pierluigi Saporetti e, in coincidenza del finissage la critica-scrittrice leggerà le opere esposte con l’approccio che ha adottato con la nonna novantunenne.
L’ingrediente del successo di questo progetto è l’idea stessa che ha avuto Alice Zannoni – spiegare l’arte contemporanea alla nonna novantunenne – sviluppandola con un approccio linguistico semplice e con stratagemmi metaforici che consentono anche al lettore meno preparato di poter comprendere i meccanismi dell’arte.
A cominciare dal titolo – forte, semplice e chiaro – il racconto si snoda in un avvincente dialogo tra Alice e la nonna Zita che, strutturato alternando momenti di arte e di vita, porta il lettore a vivere una dimensione intima e familiare pur trattando le pagine argomenti piuttosto impegnativi. Ed è proprio l’equilibrio tra il carattere divulgativo e note specialistiche che rendono questo libro adatto ad un amplio pubblico di lettori; non si tratta di un manuale di storia dell’arte, né di un testo teorico, né di un saggio di estetica, piuttosto di un “kit di pronto intervento” per coloro che di arte non sanno nulla, un libro per dare una risposta non tanto a “che cosa è arte” ma al quesito “perché alcune cose sono arte”.
Non solo arte. Nonna e nipote rappresentano due momenti della vita estremamente diversi, giovinezza e senilità e Alice Zannoni fa sì che il lavoro diventi implicitamente anche una riflessione sul tempo che fa perno sull’arte come struttura portante di un confronto generazionale tra la nonna Zita, che a novantuno anni dice con convinzione che non vuole diventare vecchia perché vuole continuare a sapere “cose nuove”, e la nipote che di anni ne ha trentasei e tocca con mano il fatto che “la ruota gira” anche se resterà sempre la sua “toseta”, cioè la sua bambina.
“Devo tornare indietro per andare avanti – dice l’autrice – questo libro non può che partire da casa di mia nonna e non solo perché l’interlocutore è mia nonna, ma perché il senso di questa operazione si può apostrofare come “rivoluzione”. Trovo sia una rivoluzione trasmettere il sapere e acquisire conoscenza e, in fondo, l’appellativo di rivoluzione, se preso in prestito dalla scienza, funziona perfettamente. Revolutio è il giro che compie il pianeta sull’orbita trovandosi poi al punto di partenza per ricominciare. È un andare avanti tornando indietro per legittimare un altro giro che è il futuro. L’arte ha un carattere rivoluzionario, l’arte è un modo di sapere e il sapere è sempre una rivoluzione”.
L’evento è promosso da Fidapa Sezione Sud Est Terra d’Otranto e Club Unesco Otranto.
Facebook
Instagram
RSS