Circa 7mila aziende. Per la precisione, sono 6.949 le imprese legate, direttamente o indirettamente, al turismo in provincia di Lecce. È quanto emerge da uno studio sul settore, presentato nella sede di Confartigianato Imprese Lecce. Sono intervenuti Luigi Derniolo, presidente provinciale dell’associazione degli artigiani; Giovanni Pirelli, presidente della categoria Turismo; Davide Stasi, autore del lavoro di ricerca e di elaborazione dati.
In particolare, il turismo rappresenta il 9,6 per cento del tessuto imprenditoriale salentino (sono 72.714 le aziende iscritte in Camera di commercio). L’analisi comprende non solo le attività turistiche in senso stretto, ossia le diverse tipologie di strutture ricettive, ma anche il settore della ristorazione e dell’intrattenimento di vario genere. In particolare, le attività di alloggio sono 1.126; quelle che offrono servizi di ristorazione 4.701; quelle di noleggio e leasing 252; le agenzie di viaggio e i tour operator 189; le attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 681.
Le imprese sono state suddivise per settore economico, natura giuridica, capitale sociale, valore della produzione, anno di costituzione, classe e tipologia di addetti, nonché la distribuzione territoriale (Comune per Comune). È stata elaborata anche la «capacità ricettiva».
Le strutture alberghiere di tipo tradizionale attive sono 242 (codice Ateco 55.1). La maggior parte dell’offerta ricettiva, però, è rappresentata dalle strutture extra – alberghiere, come bed and breakfast (b&b), affittacamere, residence e case per vacanze (759 attività), oltre dalla presenza delle strutture che operano in “nero” oppure da quelle esonerate dall’iscrizione al Registro delle imprese della Camera di commercio.
Va ricordato, ad esempio, che i b&b sono disciplinati dalla Regione Puglia (con legge regionale numero 27 del 7 agosto 2013): quelli fino a tre camere e nove posti letti, purché a gestione familiare, non sono obbligati all’iscrizione al Registro imprese, ma devono fare solo una comunicazione al Comune dov’è ubicato l’immobile; quelli, invece, che svolgono l’attività in maniera continuativa e professionale (fino a sei camere e diciotto posti letto), sono tenuti all’iscrizione al Registro imprese.
In provincia, si contano 39 attività imprenditoriali tra villaggi turistici, ostelli della gioventù, aree di campeggio, aree attrezzate per camper e roulotte, nonché 14 attività di alloggio connesse alle aziende agricole.
Riguardo alla natura giuridica, il 24,7 per cento delle imprese del settore turistico è costituito sotto forma di società di capitale (1.716 sul totale di 6.949); il 17,4 per cento è una società di persone (1.211); il 54,2 per cento è una ditta individuale (3.768); il 3,7 per cento ha scelto un’altra forma societaria (254), come la cooperativa o il consorzio.
Rispetto alla totalità delle imprese, quelle legate al turismo prediligono la forma giuridica della società, di capitali o di persone, ma meno la forma dell’impresa individuale. La forma societaria di capitale è la più diffusa tra le strutture alberghiere di tipo tradizionale, perché sono attività che richiedono investimenti ingenti. Al contrario, le attività che necessitano di minori risorse scelgono la ditta individuale, perché meno costosa sia dal punto di vista dell’avvio che dal punto di vista della gestione.
Analizzando il capitale sociale, le aziende costituite senza capitali sono 3.671; quelle con capitale sociale fino a 10mila euro sono 1.414; quelle con capitale tra i 10mila e i 15mila sono 1.159. Seguono le altre con quote marginali: 106 con capitale tra i 15mila e i 20mila; 103 con capitale tra i 20mila e i 25mila; 207 con capitale tra i 25mila e i 50mila; 98 con capitale tra i 50mila e i 75mila; 52 con capitale tra i 75mila e i 100mila; 72 con capitale tra i 100mila e i 150mila; 12 con capitale tra i 150mila e i 200mila; 6 con capitale tra i 200mila e i 250mila; 12 con capitale tra i 250mila e i 500mila; 14 con capitale tra i 500mila e un milione; solo 2 quelle con capitale tra un milione e un milione e mezzo; 4 con capitale tra un milione e mezzo e i due milioni; 4 con un capitale tra i due milioni di euro e i due milioni e mezzo; 2 capitalizzano tra i due milioni e mezzo e i cinque milioni; 11 quelle che hanno investito nel capitale sociale oltre cinque milioni.
In merito al valore della produzione, la gran parte (5.777) non avrebbe produzione, perché non la dichiara o non deposita i bilanci; 797 imprese fatturano fino a 250mila euro; 150 aziende fatturano da 250mila a mezzo milione; 116 fatturano da mezzo milione a un milione; 72 da un milione a due milioni e mezzo; 28 da due milioni e mezzo a cinque milioni; 7 da 5 a 10 milioni; 2 da 10 a 25 milioni.
Riguardo all’occupazione, ben 556 aziende non hanno alcun dipendente o collaboratore; 2.366 ditte occupano un solo addetto; 2.700 imprese possono contare tra i due e i cinque addetti; 765 aziende dispongono tra i sei e i nove addetti; 425 aziende hanno tra i 10 e i 19 addetti; 118 aziende hanno tra i 20 e i 49 addetti; 11 aziende hanno tra i 50 e i 99 addetti; 6 aziende hanno tra i 100 e i 249 addetti; 2 aziende hanno tra i 250 e i 499 addetti; nessuna supera i 500 addetti. Gli addetti familiari 5.823, mentre quelli subordinati 21.278 per un totale di 27.101 addetti.
Le attività di alloggio occupano 4.666 addetti; quelle che offrono servizi di ristorazione 18.665; le attività di noleggio danno lavoro a 577 addetti; le agenzie di viaggio e i tour operator a 431 addetti; le attività sportive, di intrattenimento e di divertimento a 2.762 addetti.
La capacità ricettiva di tipo alberghiero della provincia di Lecce è di 32.806 posti letto, all’interno di 13.292 camere (servite da 12.745 bagni). La tipologia più diffusa è quella a 4 e a 3 stelle, rispettivamente 12.843 posti letto (in 5.679 camere) e 10.082 posti letto (in 4.520 camere), quasi tutte servite da bagno privato.
La capacità ricettiva degli esercizi extra-alberghieri della provincia è di 56.287 posti letto, di cui 26.915 da campeggi e villaggi turistici, 13.093 da alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale; 6.064 da agriturismi; 22 da ostelli per la gioventù, 468 da case per ferie e 9.725 da b&b (ma quest’ultimo dato è sottostimato a causa del “nero”).
Per un totale di quasi 90mila posti letto. Per la precisione, 89.093.
Insomma, il quadro che ne esce non è confortante. Il tessuto produttivo è ancora piuttosto fragile e la qualità dei servizi offerti ai turisti e agli stessi residenti non è sufficientemente elevata. Parlare di industria turistica, dunque, sembra ancora una chimera.
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