LECCE – Mauro Giliberti non è più consigliere comunale. Si è dimesso oggi abbandonando così lo scranno di Palazzo Carafa. Giornalista apprezzato e stimato in città, da qualche anno lavora al fianco di Bruno Vespa Porta a Porta, facendosi notare per alcuni servizi giornalistici. Un anno fa ha accettato di candidarsi a sindaco di Lecce nella coalizione di centrodestra. Al secondo turno, però, è stato sconfitto dall’attuale sindaco Carlo Salvemini. Una campagna elettorale portata avanti con grande entusiasmo e abnegazione ma ciò non è bastato a diventare primo cittadino anche per via di un evidente sfilacciamento della coalizione di centrodestra che ha provocato malumori crescenti pure durante i primi mesi della nuova consiliatura. Malumori e amarezze inghiottito a fatica da Giliberti che ha provato da sempre ad assumere un atteggiamento differente rispetto ai cosiddetti big della coalizione. Fino alle dimissioni di qualche ora fa.
L’ Associazione MoviMenti che nasce proprio intorno a Mauro Gilberti per affiancarlo nella sua passata campagna elettorale esprime il suo rammarico per quanto avvenuto riconoscendo i meriti e i valori del collega leccese: “Dal giorno dopo la elezione del Sindaco Salvemini, proprio Mauro volle consolidare questa esperienza e proseguire una strada civica che si è distinta per stile, contenuti e metodi. E’ stato Mauro a volere un gruppo eterogeneo di giovani impegnati in svariati ambiti professionali al suo fianco che, approfondisse temi e soluzioni e condividesse profondi valori come la lealtà, l’amicizia, l’onestà, la trasparenza e soprattutto, l’amore infinito per la propria città. Rinnovamento, unità, serietà, attenzione primaria ai più deboli e bisognosi, il coraggio di affrontare la via più ardua e cioè quella del merito e della competenza e mai quella della clientela e della forza”. E’ stato sicuramente “un percorso difficile sin da subito che nonostante la maggioranza assoluta dei voti dei leccesi si è scontrata con atteggiamenti lontani dal tuo percorso di vita, dai tuoi ideali e che ha visto emergere il peggio che la politica, quella con la p maiuscola, quella che invece di esaltare i programmi ha dato sfogo all’autoreferenzialità, alla miopia, alla più fervida ipocrisia e falsità di taluni che ti hanno sempre visto come un corpo estraneo; lo sei sempre stato e lo siamo tutti noi insieme a moltissimi cittadini leccesi, estranei ad un certo modo di fare politica, estranei alla politica del clientelismo e delle poltrone, estranei alla politica come occupazione. E’ per questo che condividiamo la tua sofferta scelta, quella di concentrarti sulla tua splendida professione che, con le tue sole forze sei riuscito a riprenderti dopo la coraggiosa scelta di tuffarti senza paracadute in una esperienza tanto esaltante e anche per alcuni aspetti dolorosa”.
Stima e affetto nei confronti di Giliberti giungono dal consigliere comunale Pierpaolo Patti: “Mauro è uno dei giovani della politica più capaci, sebbene con idee molto diverse dalle mie, si dimette forse perché stremato dal protagonismo dei soliti noti, che antepongono la propria persona all’idea di città. A lui dico che il cambiamento è faticoso ma necessita di essere perseguito, con tutte le nostre forze. I quarantenni come noi, o giù di lì, hanno il dovere di resistere, di imporre la loro presenza e di caldeggiare le proprie idee: la forza di una generazione che ha solamente subito scelte disastrose”.
“Dispiacere” per la scelta adottata arriva invece dal vicesindaco Alessandro Delli Noci: “In questi mesi ci siamo spesso ritrovati a discutere della nostra città, talvolta ritrovandoci sulle priorità, talvolta con idee diverse. Mi dispiace perché conosco Mauro, la sua onestà intellettuale e la sua voglia di migliorare le condizioni della nostra comunità”. “Mi auguro – chiosa il consigliere comunale Paolo Perrone – che Mauro Giliberti voglia continuare a garantire al centrodestra leccese impegno, idee e coerenza, come ha fatto sino ad oggi, e contribuire fattivamente alla fase di rilancio”. Di decisione “legittima e comprensibile” parla invece il sindaco Carlo Salvemini. “E’ impossibile assolvere ad un un ruolo di rappresentanza quando il lavoro ti impegna a Roma e altrove -come inviato di Porta a Porta – dal lunedì al venerdì. E si dice “rammaricato” perché “ho sempre considerato la sua presenza utile al consiglio e alla qualità del confronto pubblico, pur nelle differenze di posizione e di ruoli. Per questo motivo gli proposi – da subito – di assumere il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale al quale rinunciò per valutazioni politiche. Sono lieto che la dialettica che c’e stata tra noi in questi mesi – pur sottoposta alla tensioni di una campagna elettorale lunga e di un percorso amministrativo segnato da tensioni e polemiche – non abbia mai travalicato i confini della correttezza. Dimostrando che ci si può e ci si deve sempre rispettare, anche nelle differenze”.
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