ALESSANO – Ci sono gesti che valgono più di mille parole, Quello compiuto oggi dal Papa ad Alessano assume un significato profondo. Il sommo Pontefice è giunto sin qui nel Salento per rendere omaggio alla figura di don Tonino Bello. Si è inginocchiato davanti alla sua tomba e ha pregato per alcuni minuti accompagnato da un silenzio surreale. E’ stato questo il momento più toccante della giornata. Una testimonianza dirompente, ricca di una straordinaria carica emotiva. Una benedizione in piena regola nei confronti del vescovo di Molfetta. Una carezza e un buffetto che Sua Sanità ha voluto porgere a don Tonino, ultimo tra gli ultimi, povero tra i poveri. Con questo gesto, umile, amorevole, caritatevole, Papa Francesco ha forse aperto una breccia nella strada che porta alla santità, una strada ancora lunga ma che appare già definita nitidamente. E l’umiltà rappresenta il segno distintivo che unisce Francesco e Tonino. Un prete scomodo e controcorrente che ha avuto “il coraggio di liberarsi di quel che può ricordare i segni del potere per dare spazio al potere dei segni”. Un uomo vero, lontano da sirene e Palazzi, un uomo che ha fatto del suo coerente agire quotidiano la bussola della sua vita, senza rischiare di perdere mai l’orientamento. Un uomo capace di dare e non di ricevere, di offrire soccorso e di non prestare il fianco a inutili convenevoli, disarmanti demagoghi e pericolosi faccendieri perché – come ha ricordato oggi il Santo Padre – a don Tonino “non lo disturbavano le richieste, ma lo feriva l’indifferenza”. La teoria non ha senso se non è seguita da azioni concrete. Come quando si recò a Sarajevo durante la guerra in Bosnia nonostante fosse già ammalato di tumore.
Al centro del suo cuore e del suo fervore cristiano c’è stato sempre l’uomo, con la sue debolezze e le sue fragilità. E il lavoratore con la sua dignità, in particolare, deve stare “al primo posto”, altro che “profitto con la sua avidità”. Dignità, termine che appare fuori tempo ma che racchiude il significato autentico del degrado sociale e culturale dei nostri tempi. Ecco perché esiste un filo rosso invisibile che lega Papa Francesco a don Tonino. Ecco perché oggi è una giornata storica. Per il Salento, e non solo.
ph Andrea Stella
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