“Nel suo intervento alla riunione della sua area, fa un’analisi in larga parte condivisibile. Ma il tema del soggetto politico Cuperlo non lo affronta affatto. Parla di ciò che non è riuscito di fare al Pd, ma non esamina a fondo il progressivo slittamento di quel partito verso approdi lontanissimi dalle sue ragioni fondative, legandone il giudizio all’indicazione di conseguenze stringenti. Ed ancora oggi, non tiene affatto in considerazione che la presa renziana sui gruppi parlamentari e negli organismi dirigenti rappresenti un’ipoteca che appare invalicabile ai fini di una svolta. La domanda, dunque, sorge spontanea ed è legittima: LeU è un’alternativa credibile a sinistra? Certo che no, nella sua attuale modulazione. E’ stata un’offerta politica debole. E’ apparsa anch’essa segnata da ipoteche di segno opposto a quelle che insistono sul Pd. E, lungo questa strada, LeU, sicuramente, è stata percepita persino come sinistra antagonista. Tutto questo, malgrado gli sforzi compiuti da noi nel voler rappresentare comunque una sinistra moderna, di governo. Oggi, a mio giudizio, dobbiamo trarne le conseguenze. Il cartello elettorale non funziona. Dobbiamo spingere verso la formazione di un partito vero. Strutturato, tendenzialmente di massa, popolare e legato alla tradizione del socialismo europeo. Anche nella denominazione. E di qui, incalzare il PD a ricollocarsi nel campo progressista. Per fare questo, però, dobbiamo saper coniugare radicalità e proposta di governo. Radicalità non è massimalismo. Significa affrontare il nodo che assilla il socialismo europeo, che è stato causa della sua stessa crisi e del simultaneo sviluppo di forze populiste (lo dico per economia di discorso) ed antisistema (anche qui, il “sistema” non è proprio il modello da condividere). Diseguaglianze e povertà. Ed uscire da una logica delle alleanze politiche e sociali che ne ha determinato, nei fatti, un’appartenenza agli establishment. Molti osservatori giudicano vecchio tutto ciò. Considerando una sinistra del genere inservibile a capire la modernità e a formulare proposte di governo. E invece quella sinistra è molto attuale. Ce lo dicono i dati delle forze socialiste e socialdemocratiche in Europa. Corbyn supera il 40% nel Regno Unito. Il PS francese scompare. La SPD non va oltre il 20%. La frontiera della sinistra europea moderna è quella di saper coniugare lotta alle povertà e alle diseguaglianze con politiche in grado di allargare le alleanze sociali ai ceti medi e alle forze produttive. L’obiettivo è quello di strappare grandi porzioni di società alla destra e alla morsa di forze politicamente e culturalmente promiscue, sebbene forti, come il M5S. Se non compiamo un’operazione a questa altezza delle questioni, saremo condannati alla marginalità e all’ininfluenza”.
*Coordinamento provinciale Articolo 1-Mdp
Facebook
Instagram
RSS