LECCE – L’appuntamento è per oggi alle 16 in aula consiliare. Sarà l’occasione per tastare il posto della nuova maggioranza di Palazzo Carafa, quella targata centrodestra, tanto per intenderci, in sella dopo la sentenza del Consiglio di Stato che le ha assegnato il premio di maggioranza. Il sindaco Salvemini ha lanciato da giorni il Patto per la città, alla luce del sole, per continuare a governare almeno fino al 2020. Un Patto che appare come l’ultima ciambella di salvataggio per il primo cittadino( e per la città), pena il Commissariamento di un anno. Chi dirà sì? Difficile dirlo, anche perché con il passare dei gironi la situazione appare sempre più ingarbugliata. Quattro esponenti di Grande Lecce si sono sfilati ufficialmente dalla mozione del centrodestra su viale Marconi, quasi fosse l’inversione di marcia dell’abbozzato Piano traffico dell’Amministrazione la madre di tutte le battaglie, mentre il loro leader, il neoleghista Roberto Marti prende le distanze e lancia aut aut: o con me o contro di me, Ma l’impressione è che gli ordini di scuderia valgano fino ad un certo punto a Palazzo Carafa, e non solo. Si gioca una partita a scacchi, dentro e fuori il centrodestra. Nonostante da più parti si invochi intransigenza e guerra aperta al centrosinistra qualche mugugno resta e l’ipotesi Commissariamento appare – ad oggi – piuttosto lontana anche perché non tutti sembrano disposti a tornare a casa. Nelle ultime ore il leader della coalizione Mauro Giliberti ha chiesto di rivedere il programma amministrativo, calibrandolo alla luce delle differenti sensibilità politiche presenti in Consiglio. Ma è difficile immaginare aperture da Salvemini e compagni. Qualcuno, tuttavia dovrà necessariamente fare il primo passo e cercare forme di dialogo democratico. Il tempo delle schermaglie sta finendo. Il Bilancio è dietro l’angolo.
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Palazzo Carafa, le schermaglie hanno le ore contate
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