LECCE – “Da persona delle istituzioni ho sempre avuto fiducia nella giustizia e non ho mai contestato, in alcun modo e in alcun tempo, il suo operato. Ora non posso che essere lieta di questo esito che mi rinfranca rispetto al tanto fango che mi è stato gettato addosso nell’arco degli ultimi anni”. Adriana Poli Bortone vede la luce dopo il lungo tunnel nel quale era finita in seguito all’inchiesta della magistratura leccese sulla compravendita delle palazzine di via Brenta. Per l’ex parlamentare è giunta nelle ultime ore l’assoluzione. Era stata accusata con altri sette imputati di peculato e tentato peculato. Tra gli indagati figuravano anche l’ex consulente del Comune Massimo Buonerba, l’ex dirigente comunale Giuseppe Naccarelli, il costruttore dei due palazzi Pietro Guagnano, l’ex assessore della Giunta Poli Ennio De Leo e tre rappresentanti della società milanese Selmabipienne: Vincenzo Gallo, Maurizio Ricercato e Fabio Mungai.
Secondo l’accusa venne formalizzata una operazione di leasing con la Selmabipiemme per trasformare il contratto di affitto dei due immobili. Un’operazione – sempre secondo i giudici – realizzata per procurare vantaggi patrimoniali all’imprenditore Guagnano e alla Selmabipiemme.
Ma oggi i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce hanno assolto con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, tutti gli imputati.
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