Il 2017 si chiude con oltre 2,2 milioni di ore di cassa integrazione richieste dalle imprese della provincia di Lecce. Rispetto a un anno prima, si registra un calo del 12 per cento (nel 2016 erano 2,6 milioni). La flessione riguarda, tuttavia, solo la cig straordinaria che segna un -46,5%. Aumenta, invece, il dato relativo alle altre due gestioni: +32,7% per la cig ordinaria e +98,3% per quella in deroga. A certificarlo è il 12esimo rapporto redatto dalla Uil – Servizio Politiche del Lavoro, sulla base dei dati Inps.
Nel dettaglio, da gennaio a dicembre 2017 sono state autorizzate: 1.089.807 ore di cig ordinaria, 868.970 ore di cig straordinaria e 324.387 ore di cig in deroga (contro le 163.595 del 2016).
Il calo complessivo delle ore è in linea con il trend nazionale (-39,6%), ma non con quello regionale (+17,6%). In Puglia, infatti, registrano un calo le province di Lecce (-12%), Bari (-1%) e Foggia (-22,2%), mentre aumentano le ore richieste a Taranto (+44%) e a Brindisi (+55,4%). Il calo delle ore autorizzate dall’Inps interessa quasi tutti i settori: edilizia (-5,8%), artigianato (-72%), commercio (-22%). Fa eccezione l’industria con +27% di richieste.
A livello pugliese, la cassa integrazione nel 2017 ha contribuito a salvaguardare 16.693 posti di lavoro, ben 2.495 in più rispetto al 2016 (14.198).
Questi dati vanno poi aggregati anche con quelli provenienti dal Fondo di Integrazione Salariale (Fis). Dall’ultimo monitoraggio (dati al 9 gennaio 2018), in Puglia risultano pervenute 132 domande per “assegno di solidarietà” e “assegno ordinario”. Ne sono state definite 119 per un importo autorizzato di 10,8 milioni di euro. Ma i lavoratori per i quali è stata fatta richiesta è in continuo aumento dall’entrata in vigore dello strumento.
“Il calo delle ore registrato nella nostra provincia è solo apparentemente positivo – commenta il segretario generale Uil Lecce, Salvatore Giannetto – per due ragioni evidenti: la prima, riguarda il fatto che in realtà le domande di disoccupazione sono in aumento da noi come nel resto d’Italia, quindi non si può certo interpretare la riduzione della cig solo in senso di risalita, lenta ed ancora insufficiente, del nostro sistema economico produttivo; la seconda ragione sta nel fatto che in realtà registriamo nel 2017 un aumento del 98% delle richieste di cig in deroga e del 32,7% per la gestione ordinaria, il che dimostra che continua ad aumentare il numero di imprese che fa ricorso a questo tipo di strumenti per tentare di rimanere a galla. Non dobbiamo poi dimenticare – prosegue Giannetto – che su questi dati incide la recente e stringente riforma degli ammortizzatori sociali (minore durata, maggior costo per le imprese, riduzione delle casistiche “autorizzabili”). Per tutte queste ragioni, non possiamo certo esultare dinanzi a questi numeri. Per noi la strada da seguire nei prossimi mesi è una sola: la flessibilità di utilizzo della cassa integrazione, coniugata ad un forte sistema di politiche attive dedicate. Grazie alla denuncia ed alle proposte della Uil con la recente legge di bilancio sono state apportate modifiche significative, anche se da completare, per rendere meno complesso l’utilizzo di importanti strumenti di protezione sociale come gli ammortizzatori in generale e la cassa straordinaria in particolare. Ma la ripresa economica – conclude – sarà, purtroppo, caratterizzata ancora dal permanere di numerose crisi aziendali che necessitano di strumenti adatti a coniugare il rilancio con la tutela delle persone che vi lavorano”.
Facebook
Instagram
RSS