“La risposta alle proteste e alle mobilitazioni del territorio non può passare attraverso un appesantimento delle misure penali né con l’istituzione di zone rosse. Bene ha fatto la Commissione Bilancio a bocciare l’emendamento che proponeva l’arresto in caso di violazione dell’area delimitata. Ma resta un segnale di quanto sia sordo l’esecutivo alle preoccupazioni che vivono cittadini e amministratori circa l’invasività dell’opera”. E’ quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, circa la proposta del Governo poi bocciata e relativa al cantiere della Tap.
“Abbiamo sempre ritenuto indispensabile un tavolo di confronto con tutte le istituzioni locali interessate, affinché si potessero condividere gli investimenti diretti e indiretti connessi alla costruzione del gasdotto, con un monitoraggio costante su salute e ambiente oltre che sull’impatto occupazionale. Maggiore democrazia e partecipazione, fin dalle prime fasi del progetto della Tap, avrebbe forse portato magari a scelte differenti, dando ascolto alle preoccupazioni sull’invasività del gasdotto e i conseguenti rischi ambientali considerate le aree interessate, tra le più belle e importanti per il turismo nel Salento. Imporre un’opera, costringere la popolazione a subirla, anche con scelte poco comprensibili circa il percorse che dovrà seguire il gasdotto, hanno prodotto proteste e diffidenze nei cittadini e negli amministratori”.
“Siamo consapevoli della necessità di investimenti sia pubblici che privati che spingano sulla decarbonizzazione dell’economia pugliese e salentina – sottolinea Gesmundo – a partire dalla produzione di idrogeno da utilizzare nell’industria, considerate le esperienza di ricerca fatte nella regione. Vorremmo pertanto affrontare l’opera in un’ottica complessiva, discutendo dell’approvvigionamento energetico che nonostante l’estesa presenza in Puglia della produzione da fonti rinnovabili vede costi per il sistema delle imprese più alto che in altre regioni. Pensiamo a tutta la discussione sull’Ilva, o alle problematiche ambientali connesse alla centrale di Brindisi: sarebbe dovere del Governo proporre una riflessione che metta in relazione investimenti, sostenibilità ambientale, salvaguardia dei territori e delle sue vocazioni, futuro industriale nella nostra regione. Il confronto, la partecipazione, sono l’unica strada percorribile per sanare contrasti e giungere a decisioni condivise, e non invocare più arresti e repressione e nemmeno abbandonarsi ad atti violenti, che condanniamo fermamente e che danneggiano la mobilitazione e le ragioni di chi manifesta democraticamente”.
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